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Arrestato Salvatore Parolisi ‘Sul corpo ha inflitto colpi post mortem’

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Arrestato Salvatore Parolisi ‘Sul corpo ha inflitto colpi post mortem’

Ascoli Piceno, 19 lug. – (Adnkronos) – Salvatore Parolisi è stato arrestato questa mattina per l'omicidio della moglie Melania Rea
. Il caporal maggiore dell'Esercito, che è stato portato nel carcere di Marino del Tronto, è accusato di omicidio volontario pluriaggravato dal vincolo di parentela e crudeltà. La richiesta di ordinanza di custodia cautelare in carcere, avanzata dai pm Umberto Monti ed Ettore Picardi, è stata accolta dal gip di Ascoli Piceno, Carlo Calvaresi. Nel frattempo gli atti dell'inchiesta, come deciso dal Gip, sono stati trasferiti a Teramo: il luogo in cui è stato trovato il cadavere di Melania, Ripe di Civitella, si trova infatti nel teramano.
"Melania Rea era già morta quando Salvatore Parolisi ne ha denunciato la scomparsa", ha affermato – citando la relazione del medico legale Adriano Tagliabracci – il comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli Piceno, colonnello Alessandro Patrizio, durante una conferenza stampa tenuta dopo l'arresto. E ha ricordato che "Parolisi denunciò la scomparsa di Melania alle 15.30. Ma secondo gli accertamenti del medico legale l'uccisione della vittima, avvenuta per dissanguamento dopo un'agonia di 10 minuti, è avvenuta non oltre le 15.30 del 18 aprile".
"La morte di Melania, secondo la perizia, è da collocarsi due ore dopo l'ingerimento dell'ultimo pasto e un'ora dopo l'assunzione di caffeina – spiega Patrizio – entrambi i riferimenti temporali indicati dal medico legale combaciano con le 15.30". Inoltre, aggiunge, "viste le copiose macchie ematiche trovate, il medico legale ritiene che l'omicidio sia iniziato e si sia concluso a Ripe di Civitella". Inoltre "sul corpo di Melania Parolisi ha inflitto anche colpi post mortem". "Noi siamo convinti – ha proseguito Patrizio – che Parolisi abbia agito in autonomia". Il comandante, che in questi mesi ha condotto le indagini sul giallo di Ripe di Civitella, tuttavia non esclude l'ipotesi che il marito della vittima possa essere stato aiutato da qualcuno. "Non possiamo escludere che Parolisi abbia goduto di una collaborazione esterna nell'omicidio o nelle ferite post mortem inflitte con un'altra arma", ha sottolineato, confermando che al momento non risultano però altre persone iscritte nel registro degli indagati. Parolisi è comunque "apparso tranquillo, non ha proferito parola, sembrava quasi rassegnato" al momento dell'arresto. ''Caro Antonio, in questi momenti di grande preoccupazione, io grido la mia innocenza. Sono sereno con la mia coscienza, non ho fatto nulla''. Parolisi lo ha scritto in una mail, poche ore prima di essere arrestato, indirizzata al giornalista Antonio Delitala e lette in esclusiva a 'Studio Aperto'.
Mail in cui l'uomo ha ribadito la sua innocenza e la sete di giustizia per la morte della moglie Melania: ''Amavo mia moglie e provo un grande dolore, e sono il primo a chiedere giustizia". E conclude rivolgendo il pensiero alla figlia: " Per la giustizia e per far crescere mia figlia accanto a me dandole affetto, sia il mio che quello della madre, la cui perdita è enorme sia per me che per mia figlia. Mia figlia è oggi tutta la mia famiglia". "Speriamo che possa essere la fine di un incubo", ha detto il fratello della vittima, Michele Rea. "Ci auguriamo che si possa arrivare a chiudere questo cerchio – ha aggiunto – E' una notizia che mi fa stare male, anzi malissimo". "Adesso gli auguro tutto il male", ha invece detto il papà della vittima, Gennaro Rea. "Oggi posso dire che io ho scoperto che avevo un clone in casa mia – dice ancora parlando di Parolisi – Lui non era quella persona che ho conosciuto e che mia figlia adorava".

Articlolo scritto da: Adnkronos