Home Sport Tiro al volo, da oltre 50 anni è miniera di medaglie olimpiche

Tiro al volo, da oltre 50 anni è miniera di medaglie olimpiche

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ROMA – Da sempre e' per l'Italia una miniera di medaglie olimpiche, a partire da quella di Galliano Rossini, a Melbourne '56, fino ad arrivare al primo oro in rosa, con Chiara Cainero a Pechino 2008, passando per i successi di Giovannetti, negli anni '80, ed Ennio Falco, ad Atlanta '96. E' il tiro a volo, disciplina di grandi tradizioni e ricca di valori, che sale alla ribalta negli anni olimpici per poi tornare a lavorare in silenzio, mietendo comunque tante vittorie.
A dirigere la Federazione e' Luciano Rossi, ormai da anni presidente della Fitav e orgoglioso dei grandi passi avanti e dei valori che contraddistinguono la pratica del tiro in Italia. "La nostra e' una disciplina che andrebbe conosciuta -ha spiegato Rossi all'ADNKRONOS-, e' una pratica sicura, ricca di tradizione, storia e cultura, la qualita' dei risultati parla molto bene, sia per le discipline olimpiche, che per quelle non inserite nei Giochi, poi c'e' un ottimo movimento amatoriale. Rivendichiamo con piacere un'importante funzione sociale, diamo grande attenzione alla pratica dei ragazzi ma anche ai Master, ovvero coloro che vanno oltre il 60esimo anno di eta'".
"Noi facciamo il nostro lavoro con grande entusiasmo -ha proseguito il presidente federale-, anche se alle volte troviamo delle resistenze legate alle attrezzature che usiamo, per questo c'e' un po' di difficolta' a farci conoscere, pero' poi quando la gente si avvicina a questo sport se ne innamora, capisce che e' una pratica dai valori nobili, e che difendiamo con forza le nostre tradizioni".
Al momento i tesserati in Italia sono piu' o meno 20mila, ma come ha specificato Rossi "se poi prendiamo in considerazione tutti coloro che fanno parte delle associazioni venatorie, e che spesso vengono nei nostri campi per la semplice attivita' amatoriale, allora raggiungiamo cifre ben piu' alte, nell'ordine dei 700mila appassionati. Il trend negli ultimi anni e' in crescita, anche se un po' risentiamo della crisi economica generale dei nostri tempi, il nostro e' uno sport che ha dei costi, quindi come tutte le attivita' sportive che hanno delle spese sentiamo un po' anche noi questa situazione economico-finanziaria non positiva".
Una delle cose di cui piu' va orgoglioso il capo della Fitav e' il successo del tiro a volo italiano nel mondo, non soltanto in termini di risultati, ma anche per quel che riguarda la diffusione delle attrezzature, delle tecnologie e dell'abbigliamento 'Made in Italy' legati a questo sport: "pensiamo ai nostri fucili prodotti nel bresciano, sono all'avanguardia nel mondo, vengono usati da tutte le nazionali e con questo facciamo conoscere l'eccellenza dei nostri artigiani, inoltre siamo avanti anche per quel che riguarda la compatibilita' ambientale di questo sport".
E Rossi ha poi aggiunto: "Uno dei motivi di vanto del tiro e' che rappresentiamo uno sport 'pulito', da noi la cultura della 'scorciatoia', cosi' come esiste in altri sport e nella societa' tutta, non esiste. Poi certo questo non e' uno sport ricco, ma ormai da anni viviamo in grande sinergia con le Forze Armate, e questo e' una garanzia di grande attenzione nei confronti dei nostri atleti".
Quello che manca al tiro, come a tanti altri sport olimpici, e' un po' maggior risalto mediatico, ma il presidente della Fitav sa bene qual e' il problema: "Nel nostro mondo abbiamo personaggi di grande prestigio, alcuni principi arabi, il sultano del Brunei, abbiamo anche una storia molto forte, ma questo non basta, forse il nostro 'problema' e' che parliamo troppo tra di noi. In passato non siamo stati bravi a divulgare i nostri valori. Dovremmo pensare a diffonderli, a farci conoscere meglio. Nel nostro ambiente -ha concluso il numero uno della federazione- abbiamo uno stile molto sobrio, che a noi piace, ma proprio questa sobrieta' ci penalizza un po' e non ci fa conoscere per quello che siamo".
E chi negli ultimi anni ha dato una spinta alla diffusione di questa disciplina e' stata Chiara Cainero, la prima donna a vincere un oro nel tiro a volo ai Giochi Olimpici, con il successo di Pechino 2008. Chiara si sta preparando con grande impegno per i prossimi appuntamenti. Oltre le gare di Coppa del Mondo, ha appena vinto a Dorset, in Inghilterra, e gli Europei, nel 2010 ci sono anche i Mondiali di Monaco in estate, "sto lavorando per andare a queste gare e fare il massimo, penso ad allenarmi bene a casa e poi quello che succede, succede".
Dopo il successo di Pechino per un po' di tempo su Chiara si sono accesi i riflettori dei media, anche perche' la vittoria di una donna, in uno sport prettamente maschile, suscita sempre molte curiosita'. Ora pero' questa attenzione sembra essersi un po' attenuata, per la campionessa olimpica si dovrebbe parlare di piu' del tiro a volo, dei duri allenamenti e della difficolta' a praticare questa disciplina certo affascinante, ma non propriamente economica.
"A me piacerebbe che si parlasse di piu' del tiro a volo, degli allenamenti, dell'investimento economico che occorre per praticarlo -racconta l'olimpionica all'ADNKRONOS-, non che mi venga chiesto ad esempio se nel tempo libero porto i tacchi o meno…, vorrei sentire qualche giornalista che parla delle difficolta' di chi inizia e di chi e' gia' ad alti livelli".
Per la campionessa dello skeet la vita da atleta e' piuttosto dura ma appagante: "mi alleno tutte le mattine, per me e' un lavoro, ma e' uno sport molto difficile che ti porta a spendere parecchie energie, spesso dopo l'allenamento ho bisogno di staccare per il resto della giornata, ma se le gare sono vicine torno sul campo anche nel pomeriggio, io sono una che ha bisogno di allenarsi tantissimo, poi se una gara va bene o va male dal giorno dopo si ricomincia".
Chiara, come spesso capita a chi pratica il tiro a volo, ha vissuto questa passione in famiglia, grazie al padre, ma sa bene che per chi non ha avuto la sua stessa fortuna iniziare questa disciplina puo' essere molto complicato. "Le difficolta' di chi incomincia -ha spiegato-, sono legate soprattutto all'aspetto economico. Intanto ci vuole subito un fucile, o ce l'hai in famiglia oppure sei costretto a comprarlo. Per non spendere troppo magari cerchi una soluzione piu' economica, pero' se diventi bravino ed entri nel giro della Nazionale sei costretto ad utilizzare determinati fucili previsti dai contratti che la Federazione ha con alcune case costruttrici, e li' il prezzo sale. A me ad esempio e' successo di cambiare fucile. Poi consideriamo le cartucce, 25 costano 4 euro, per il numero di cartucce che vengono utilizzate la spesa totale diventa un'enormita'".
"Gli junior non hanno dei contratti veri e propri -ha continuato Chiara pensando ai giovani che si avvicinano al tiro-, pero' alcune ditte adottano un sistema un po' particolare, offrono cartucce e si vincolano in questo modo all'azienda, ma quel numero di cartucce durano appena due mesi, per gli altri dieci sono costretti a spendere per comprarsele, pensa che una confezione da 250 cartucce puo' costare anche 58 euro, questo fa capire quale sia la spesa. Poi a questo aggiungiamo il fatto che la Federazione per gli junior non ha una tabella premi. Facendo un altro esempio, tra un po' si terra' un'importante manifestazione di tiro a volo in Sardegna, io non vedo l'ora di andarci, ma so che molto ragazzi non potranno venirci perche' anche una trasferta del genere e' costosa".
"Io devo essere grata al Corpo Forestale, del quale faccio parte -ha concluso l'olimpionica-. Contribuisce in maniera importante alle mie gare, mi posso allenare a Campoformido, vicino Udine, con tranquillita', mi rimborsa di tutte le spese. Per un giovane e' molto piu' difficile coprire i costi".
Infine Chiara ha ricordato con entusiamo il grande successo olimpico: "faccio questo sport con passione, vincere i Giochi a Pechino e' stata un'emozione fortissima, la piu' grande che si puo' vivere nel nostro sport. Io spero davvero che quella vittoria abbia dato una spinta ad altre ragazzi, ma ripeto, o hai una famiglia alle spalle, oppure e' difficile per tutti".

Articlolo scritto da: Adnkronos