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Su RaiUno l’amicizia tra Sante e Girardengo

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Su RaiUno l’amicizia tra Sante e Girardengo

Roma – (Adnkronos) – L'amicizia tra Sante Pollastri, il bandito che terrorizzò l'Europa di inizio 900, e il campione di ciclismo Costante Girardengo sarà il tema della prossima fiction Rai, in onda su Raiuno lunedì e martedì prossimo.
Ambientata in un'Italia ancora giovanissima, abitata da una popolazione umile e, a volte, arrabbiata, la storia, come ha spiegato lo sceneggiatore Andrea Purgatori, ''va presa con lo spirito leggero con cui questi avvenimenti all'epoca diventavano leggenda''. Allora, "contavano solo alcuni pilastri fondamentali come quello dell'amicizia, dell'amore e della povertà. Archetipi intorno ai quali – osserva Purgatori – era facile costruire intrecci affascinanti che sapevano incantare, cosa in cui per esempio eccelleva la 'Domenica del corriere'. Non è mai stato il nostro obiettivo – tiene a sottolineare – soffermarsi sul punto di vista giudiziario''.
La sfida della produzione è stata, invece, ha evidenziato il regista Lodovico Gasparini, quella di raccontare "il destino completamente diverso di due persone nate e cresciute in un contesto praticamente identico: quello della cittadina piemontese di Novi Ligure" negli anni '10 e '20.
Oltre alla storia, già resa celebre da una canzone di De Gregori, l'altro punto forte del progetto secondo Gasparini è il cast: Beppe Fiorello sarà infatti Sante e Simone Gandolfo vestirà i panni di Girardengo. Entusiasmo per il personaggio interpretato è stato espresso da ambedue gli attori. Secondo Fiorello ''quella di interpretare Sante è stata un'ottima scelta. Entrare nei panni di un cattivo – ha affermato l'attore – mi ha permesso di divertirmi, con una performance un po' sopra le righe e completamente diversa da quelle che eseguo di solito''. Già interprete di Fausto Coppi, per Gandolfo il personaggio di Girardengo ha rappresentato invece la continuazione di un lavoro già intrapreso da tempo, che ha portato avanti attraverso un allenamento fatto di ''almeno mille chilometri di pedalate'' ed ''un impegnativo lavoro di immedesimazione in un tipo d'atleta e di ciclismo che in Italia ormai non esistono più''.
Altro personaggio importante della storia, anche se totalmente inventato, è quello di Mela, interpretato da Raffaella Rea. La ragazza, amata sia dal bandito che dal campione, come spiega l'attrice ''nell'intreccio funge da specchio per ambedue i protagonisti. Attraverso il rapporto che essi stabiliscono con lei gli spettatori possono capire come i due uomini si rapportano col mondo e come vivono i propri sentimenti''.
Anche stavolta come per altre fiction o film che hanno come protagonista un criminale le polemiche non sono mancate. La prima persona a esprimere rammarico per il prodotto è stata proprio la nipote di Girardengo, certa che non vi sia stata alcuna amicizia e, neanche complicità, fra i due personaggi. Sulla questione si è espresso anche il direttore di Rai Fiction Fabrizio Del Noce, che ha spiegato come, ''il progetto in questione non abbia mai avuto un obiettivo documentaristico. I fatti raccontati sono frutto di una libera e fantasiosa interpretazione di una leggenda che ci è stata tramandata dai nostri antenati del secolo scorso". In ogni caso, ha rimarcato Fiorello, "Girardengo nella fiction viene raffigurato come una persona buona e integra''.
Del Noce si è espresso anche più in generale sul tema della 'mitizzazione di un criminale'. Questione sollevata di recente per 'Vallanzasca' e 'Romanzo criminale'. ''Il problema – ha detto il direttore – esiste quando si parla di criminali più recenti, che sono ancora carcerati. Ma questa storia ormai appartiene al passato''.
Non è della stessa idea però la nipote della prima vittima di Pollastri che ha definito la scena della rapina alla banca diretta da suo nonno "largamente edulcorata. In quella scena mio nonno non viene neanche ucciso – ha raccontato – Invece Sante l'ha ucciso a sangue freddo, dopo che lui gli aveva chiesto di non farlo anche per il bene dei suoi bambini''. A chiarire la questione però ci ha pensato l'autore del libro da cui la fiction è liberamente ispirata, Marco Ventura: quella che si vede nella fiction non è la rapina cui la signora fa riferimento, ma un fatto totalmente inventato. L'episodio drammatico che ha colpito la famiglia della donna invece viene descritto, così come l'ha raccontato lei, nel libro di Ventura. Un testo quest'ultimo che, come ha spiegato l'autore, ''al contrario della fiction ha uno scopo documentaristico. La storia dei due – ha sottolineato Ventura – è una delle più affascinanti che il nostro Paese abbia mai conosciuto. Perché racconta come due amici uniti dalla passione della bicicletta abbiano usato questo mezzo per due obbiettivi completamente diversi: per vincere in nome dello sport l'uno e per rapinare in nome dei suoi ideali anarchici l'altro''. Comunque, ha concluso Del Noce, ''dalla fiction escono anche dei valori positivi, quali quelli dell'amicizia e della lealtà''.

Articlolo scritto da: Adnkronos