Home Cultura e Eventi Cultura Sant’Agostino: rinvenute le mura duecentesche del ‘libero Comune’

Sant’Agostino: rinvenute le mura duecentesche del ‘libero Comune’

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AREZZO – Nell’ambito dei lavori di riqualificazione che il Comune ha intrapreso in piazza Sant’Agostino, i controlli della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana hanno rilevato la presenza, nel tratto di via Garibaldi che dal Corso Italia si dirige a Sant’Agostino, di una struttura muraria in blocchetti di arenaria con andamento Nord Est/Sud Ovest. A tale elemento strutturale si addossa ortogonalmente una seconda struttura a esso successiva. Entrambe risultano manomesse dal passaggio di sottoservizi fognari e Telecom eseguiti in passato. La Soprintendenza per i Beni Archeologici in accordo con l’Amministrazione Comunale, sta effettuando il dovuto intervento di indagine e la relativa documentazione. Si tratta di un ritrovamento di rilevante interesse storico-culturale reso possibile dall’intervento di riqualificazione della piazza che va ad arricchire il bagaglio di conoscenze sin qui acquisito dagli studiosi.
La dott.sa Silvia Vilucchi, della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, ritiene che il ritrovamento consista in una possibile porzione del sistema difensivo duecentesco che, secondo gli studiosi, sul lato Ovest, Sud e Sud Ovest della città doveva ricalcare, da Porta San Clemente a Porta San Giusto, il tracciato dell’attuale via Garibaldi. Sull’asse del Borgo Maestro (attuale Corso Italia) si apriva la Porta Burgi, prossima al tratto murario oggi rinvenuto. Resti della “muraglia” duecentesca e del fossato difensivo furono visti intorno alla metà del XIX secolo e negli anni ’30 del Novecento, rispettivamente in piazza del Popolo e nella parte Nord di piazza Sant’Agostino all’inizio di via della Minerva. Il tratto di cinta rinvenuto oggi, ci consente dunque di acquisire importanti dati archeologici e di documentare il tracciato e la consistenza strutturale della cerchia difensiva del “libero Comune” di Arezzo costruita tra 1194 e 1200, e rappresentata pochi decenni dopo da Giotto nella scena della “Cacciata dei Diavoli da Arezzo” del ciclo di affreschi della Basilica Superiore di Assisi.
In accordo tra Amministrazione Comunale e Soprintendenza per i Beni Archeologici, i lavori nell’area di Sant’Agostino verranno costantemente controllati dagli archeologi proprio per l’alta valenza storico-archeologica di questa porzione della città, dove già in passato segnalazioni e rinvenimenti hanno peraltro attestato la presenza di consistenti livelli e strutture di età etrusca e romana.