Home Cronaca Mafia, sentenza della Cassazione rischia di favorire i boss

Mafia, sentenza della Cassazione rischia di favorire i boss

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PALERMO – "Tutti possono stare tranquilli che il governo fara' in modo che non ci siano conseguenze negative che nascono da un fatto positivo, cioe' l'inasprimento delle pene per i mafiosi". Con queste parole, il ministro della Giustizia Angelino Alfano commenta l'allarme di oggi sulla possibilita' di azzeramento di alcuno processi di mafia dopo una sentenza della Cassazione secondo cui, in presenza di alcune aggravanti, la pena può lievitare anche fino a 30 anni di reclusione. Il risultato della decisione dei giudici è che il dibattimento deve essere tenuto davanti alla Corte d'assise (competente per i reati che prevedono l'ergastolo o la reclusione oltre i 24 anni). Il rischio dunque, sarebbe l'azzeramento di tutti i processi di mafia.
"Faremo di tutto – assicura Alfano a Palermo – per evitare che ci possano essere conseguenze negative, per evitare un grande paradosso: cioe' che dall'inasprimento forte delle pene per i reati del 416 bis possano derivare benefici per i boss".
"Abbiamo inasprito le pene per il 416 bis -prosegue Alfano- dunque si e' determinata una sentenza della Corte di Cassazione che non conosco nella sua motivazione perche' non e' stata pubblicata, ma che conosco nel dispositivo".
Replicando indirettamente al procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia che oggi aveva definito questa eventualita' una "catastrofe", Alfano ha detto: "lavoreremo, ma eviterei aggettivi estremi ed eccessive ansie, perche' il governo dell'antimafia, che e' un'antimafia delle leggi e dei fatti, provvedera' ad evitare che effetti distorsivi possano verificarsi, soprattutto per i processi in corso".
A chiedere un intervento del governo poco prima era intervenuto anche Pier Luigi Bersani, segretario del Pd. "La sentenza della Cassazione che indica la competenza della Corte di Assise e non del tribunale a giudicare per associazione mafiosa i capimafia rischia di avere effetti catastrofici sui processi in corso. Bisogna che il governo intervenga immediatamente con un provvedimento d'urgenza per ristabilire certezza normativa sulla competenza dei tribunali".
Prova invece a gettare acqua sul fuoco il Procuratore capo di Palermo Francesco Messineo. "Tecnicamente la situazione e' un po' complessa, stiamo cercando di esaminarla per vedere quali sono i problemi che possono sorgere, comunque la sentenza non dovrebbe determinare scarcerazione perche' i termini di fase ridecorrono".
"Non c'e' il pericolo di scarcerazione – spiega il procuratore Messineo – perche' con l'annullamento del decreto che dispone il giudizio ricominciano a decorrere i termini di fase. Sotto questo profilo non c'e' un allarme immediato, ma certo ci sono problemi giuridici che dovranno essere esaminati".

Il procuratore aggiunge: "Non sono in grado di rispondere analiticamente per singoli processi perche' la situazione va esaminata caso per caso. Bisogna vedere in che limiti questa pronuncia della Cassazione va ad incidere sulle singole situazioni processuali perche' e' anche un problema dei tempi delle contestazioni".

Articlolo scritto da: Adnkronos