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‘Lampedusa è uno spiffero!!!!!’ in scena la Teatro di Bucine

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‘Lampedusa è uno spiffero!!!!!’ in scena la Teatro di Bucine

BUCINE – “Lampedusa è uno spiffero!!!” inaugura “Semi/seri”, la prima rassegna trasversale della Rete Teatrale Aretina, realizzata in collaborazione con l’assessorato alla cultura della Provincia di Arezzo e i Comuni di Anghiari, Bucine, Castiglion Fiorentino e Monte San Savino. Filo conduttore degli spettacoli il rapporto fra musica e teatro. A Bucine, sabato 13 febbraio, alle 21,15 sarà l'occasione per “un viaggio profondo nel cuore della Sicilia…” per “un monologo in cui lo sguardo si deposita con lucidità, ironia e leggerezza sul paradosso di questa piccola isola più vicina all'Africa che all'Italia, schiacciata tra turismo ormai di massa e allarmismi scatenati dall'immigrazione clandestina”. Andrà infatti in scena “Lampedusa è uno spiffero!!!”, un'occasione per “Ridere delle assurdità del mondo. Cercare le contraddizioni. Estremizzarle. E ridere. Ridere. Cercare il senso delle cose, e provare a salvare la pietà umana, da facce viste, da contraddizioni reali, da voci sentite, da ragioni comprese, prima, molto prima dei giudizi facili, delle ragioni, facili”
Lo spettacolo parte dal desiderio di ridicolizzare i luoghi comuni, cercando di comprenderne i fondamenti. Sui mass-media nazionali, l’isola di Lampedusa appare con impressionante frequenza. Le pagine? Quelle della cronaca…Eppure, negli ultimi 15 anni, di colpo, Lampedusa è diventata una meta turistica molto frequentata, arrivando a segnare l’incredibile numero di 30.000 presenze nel periodo di ferragosto, in un territorio di piccole dimensioni, appena 11 km di lunghezza, meno della metà di larghezza, abitato da sole 4000 anime, in mezzo al mare. E così, Lampedusa si è ritrovata ricca. Così, di colpo. E chi se lo aspettava? E chi se lo aspettava, che proprio nel momento esatto in cui cominciava questa “benedetta invasione” di turisti, ne sarebbe arrivata un’altra di “invasione”, “per nulla benedetta”, quella degli extracomunitari migranti? In media, quasi uno sbarco ogni 3 giorni. E ogni 3 giorni, Lampedusa buca lo schermo, e si guadagna il suo spazio sugli italici telegiornali. Che poi, a sentirli i telegiornali, uno è portato ad immaginarsela come un’isola davvero sotto assedio. Figurati i lampedusani! Neanche a dirlo, tutto questo tam tam gli piace poco, li preoccupa, li allarma, fa loro ricordare la vita, durissima, dei tempi di prima del turismo, e li angoscia, al pensiero che il turismo, impaurito dagli sbarchi degli migranti, possa diminuire, scemare, svanire, e non tornare mai più, portandosi via con se pure il benessere, arrivato ora ora. E poi c’è la storia di Lampedusa. Che è una storia di marginalità, di isolamento, di abbandono. Per dire, i lampedusani sono stati tra gli ultimi, in Italia, ad avere il telegrafo, tra gli ultimi, in Italia, ad avere la corrente elettrica, tra gli ultimi, in Italia, ad avere il telefono, insomma, tra gli ultimi, sempre tra gli ultimi, da sempre. Fabio Monti e Norma Angelini, protagonisti dello spettacolo, utilizzano Lampedusa, come speciale punto di osservazione per chiedersi: ma tutto questo allarmismo sull’immigrazione, è giustificato, o no? Questa paura, è legittima, o no? o ha dei tratti irrazionali? Sproporzionati?
E questo è il punto: per la sua storia passata, per la sua storia più recente, per la sua posizione geografica, per tutto questo e per molto altro ancora Lampedusa incarna con assoluta evidenza contraddizioni che ci paiono tipiche di tutto l’Occidente. Siamo convinti che interrogando oggi, da artisti, Lampedusa, si possa trovare qualcosa di profondamente rappresentativo, emblematico, dell’Occidente intero.

Anche il biglietto di questo spettacolo, come di tutti quelli che fanno parte della Rete Teatrale Aretina, è già acquistabile on-line all’indirizzo http://rta.ticka.it.