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Jimi Hendrix e le avanguardie del secondo Novecento

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Arezzo – Un dibattito per il 40ennale della morte di Jimi Hendrix. Qualche nota il pubblico potrà pure ascoltarla ma non sarà una serata dedicata alla musica rock degli anni sessanta. O meglio, non solo: Hendrix può essere considerato lo Stockhausen del rock, un “rivoluzionario” che ha lasciato il segno. Gli artisti venuti dopo di lui non hanno potuto non tenere conto di questo suo nuovo modo di fare musica. Ecco allora spiegato il titolo del dibattito che si terrà lunedì 8 novembre alle 17,30 al Teatro Pietro Aretino organizzato dal Comune di Arezzo, assessorato alla cultura: “Jimi Hendrix e le avanguardie del secondo Novecento”.
Questa lettura del chitarrista e cantante di Seattle morto a Londra il 18 settembre 1970 come autore d’avanguardia al pari di uno Stockhausen, o di un John Coltrane in ambito jazz, capace di rompere certi schemi, verrà presentata da Ferdinando Abbri, professore alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo, e da Brunetto Mori, professore del Liceo Classico Francesco Petrarca. Ne uscirà un’immagine dove la “copertina” non sarà riservata ad aspetti giovanilistici o rockettari ma ai riferimenti estetici e filosofici dell’opera musicale di colui che al festival di Woodstock, tanto per restare nel classico, del 1969 suonò l’inno nazionale americano con dissacrante visionarietà artistica e in modo provocatoriamente distorto.