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In casentino seminario su immigrazione e legalità

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In casentino seminario su immigrazione e legalità

Casentino – Sabato 23 Ottobre alle ore 9 presso la sede della Comunità Montana del Casentino si svolgerà il Seminario "Immigrazione e legalità". L’incontro, organizzato dalla Provincia di Arezzo in collaborazione con la Regione Toscana, la Zona Socio-Sanitaria del Casentino e Arcisolidarietà, vedrà la partecipazione di importanti attori del panorama locale e nazionale. Ospiti e relatori della giornata saranno infatti l’Onorevole Jean Leonard Touadì, il Console del Senegal Eraldo Stefani e la funzionaria della Regione Toscana Cristina Preti. Apriranno la mattinata i saluti di Sandro Sassoli, Presidente della Comunità Montana del Casentino, Fiorenzo Pistolesi Presidente dela Società della Salute, Mirella Ricci, Vice-Presidente della Provincia di Arezzo e Vincenzo Ceccarelli, Consigliere Regionale. A seguire ci sarà l’introduzione di Francesco Romizi, Segretario dell’Arci di Arezzo, e la presentazione del volume "La percezione della sicurezza dei cittadini toscani" – rapporto d'indagine redatto dall'Osservatorio Regionale sulla Sicurezza Urbana – curata da Cristina Preti che ha contribuito alla realizzazione dello stesso. Secondo questo studio, la percezione di insicurezza, per cui ben il 37,6 % dei cittadini dichiara di aver mutato le proprie abitudini di vita, viene rafforzata anche dalle situazioni di degrado presenti nella zona in cui si vive. Il seminario sarà l'occasione per affrontare il tema della sicurezza legata all'immigrazione nell'ottica di un diverso approccio al tema e per analizzare ciù che i cittadini chiedono al fine di superare la paura che si accompagna alla sensazione d’impotenza e di abbandono. "La "percezione" della mancanza di sicurezza è sicuramente un concetto diverso dalla sicurezza reale – dichiarano Francesco Romizi e Mirella Ricci – ma che va letto anche rispetto a quella che è la situazione socio-ambientale dei cittadini. È importante che istituzioni e associazioni conoscano il contesto in cui sono chiamati a muoversi e ad operare; che siano consapevoli dei disagi dei cittadini, ma anche che ne capiscano le vere radici e riescano ad operare laddove il problema nasce, ovvero a livello culturale, per prevenire e non solo curare gli effetti dell’insicurezza. Per questo riteniamo opportuno affrontare il problema della sicurezza percepita in modo serio promuovendo un approccio "inclusivo" e di collaborazione tra le parti della società".