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Fiere, meno visitatori ma più eventi: Italia ancora seconda in Europa

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Roma (Adnkronos) – Diminuiscono i visitatori ma crescono gli eventi, mentre si amplia il divario fra Centro-Nord e Sud del Paese. Ma l'Italia resta al secondo posto in Europa. Emergono luci e ombre dai dati disponibili sul sistema fieristico italiano, che sconta i due anni di crisi economica ma continua a svolgere un ruolo centrale nel processo di internazionalizzazione delle imprese e delle principali filiere produttive del Paese: rappresenta infatti uno dei principali strumenti di promozione per il 75% delle imprese industriali e per l'88,5% delle piccole e medie imprese, in grado di generare affari per 60 miliardi di euro, da cui ha origine il 10% dell'export nazionale.
Dopo aver accusato il colpo inferto dalla crisi del biennio precedente, il sistema fieristico italiano e quello europeo affrontano un mercato completamente trasformato rispetto a due anni fa. Le difficoltà si riflettono nei dati del Comitato fiere industria, l'agenzia per le fiere associata a Confindustria che rappresenta 26 enti organizzatori e 5 coorganizzatori a promozione di 78 eventi fieristici di livello internazionale: da gennaio a settembre di quest'anno le fiere patrocinate dal Cfi hanno ospitato 1.526.823 visitatori, di cui il 30% proveniente dall'estero, ospitando 23.968 espositori, il 24,6% dei quali stranieri.
Sembra quindi lontano il risultato del 2009, quando le stesse fiere avevano attratto 2.998.893 visitatori, di cui il 21,2% proveniente dall'estero, mentre gli espositori erano stati 39.333 (31,1% stranieri). Il ruolo portabandiera delle fiere industriali, nel 2010, va al Salone internazionale del mobile, svoltosi in aprile a Rho, in provincia di Milano: oltre 130mila espositori hanno esibito i propri prodotti a circa 300mila visitatori.
Ciononostante, il mercato fieristico italiano, a livello europeo, si conferma il secondo dopo la Germania. Nel 2010, tra fiere già svolte o da svolgersi nei prossimi due mesi, in Italia si contano 210 manifestazioni internazionali segnalate dall'Isf, l'Istituto certificazione dati statistici fieristici, per un aumento del 5% rispetto al 2009.
Da un'indagine sugli effetti della crisi nei quartieri fieristici effettuata dall'Aefi, l'Associazione esposizioni e fiere italiane, in collaborazione con l'Università di Napoli, emerge che la percezione della crisi è notevolmente peggiorata dall'inizio del 2009: oltre la metà delle fiere 'business' è stata esposta in maniera molto significativa a una riduzione della propria attività, mentre per le fiere 'consumer' e le fiere 'evento' solo il 25% degli intervistati ha valutato l'effetto negativo della crisi come 'molto significativo'.
Anche nel comparto fieristico si riscontra un'Italia a due velocità. Come faceva notare il presidente dell'Aefi, Raffaele Cercola, nel presentare il calendario fieristico del 2010, "al Centro-Nord si ampliano i quartieri e si costruiscono nuovi padiglioni, innovando e valorizzando manifestazioni nazionali e internazionali, mentre al Sud si registrano preoccupanti situazioni economico-finanziarie di alcuni enti fieristici e, a livello istituzionale, mancano piani per programmare, indirizzare e sostenere le fiere nel loro insieme, con stanziamenti invece di risorse per eventi spesso non utili o marginali''.
Nell'indagine dell'Aefi relativa al primo trimestre del 2010 si registra qualche elemento di positività: rispetto allo stesso periodo del 2009, 6 quartieri espositivi hanno incrementato il numero di fiere, 12 hanno aumentato il numero di visitatori e 7 hanno aumentato il numero degli espositori. L'indagine evidenzia il rafforzamento di tre tendenze: l'internazionalizzazione degli organizzatori (80% degli intervistati), la riduzione del valore degli spazi fieristici (69%) e la diffusione di nuovi mezzi di comunicazione (67%).

Articlolo scritto da: Adnkronos