Roma – (Adnkronos/Ign) – Il reddito disponibile delle famiglie nel secondo trimestre 2010 ha registrato una crescita dello 0,9% in termini congiunturali. Rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, il reddito disponibile delle famiglie in valori correnti è aumentato dello 0,8%. Lo rileva l'Istat.
Il potere di acquisto delle famiglie italiane, sempre nel secondo trimestre 2010, è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, mentre ha registrato una riduzione dello 0,7% rispetto al secondo trimestre del 2009.
Inoltre, il tasso di investimento delle famiglie si è attestato all'8,7%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Gli investimenti delle famiglie risultano cresciuti del 2,7%, in misura superiore alla variazione positiva registrata dal reddito disponibile. In termini tendenziali, gli investimenti fissi lordi delle famiglie hanno registrato una crescita (+1,8%) più sostenuta di quella segnata dal reddito disponibile, determinando un aumento del tasso di investimento del settore di 0,1 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre dell'anno precedente.
La spesa delle famiglie italiane per i consumi finali è aumentata dello 0,6% in termini congiunturali nel secondo trimestre 2010, mentre l'incremento è stato del 2,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Nel secondo trimestre del 2010 la propensione al risparmio delle famiglie, definita dal rapporto tra il risparmio lordo delle famiglie e il loro reddito disponibile entrambi depurati della componente stagionale, è risultata pari al 12,7%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, ma inferiore di 1,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
"L'aumento di qualche decimo di percentuale della propensione al risparmio o della spesa non cambia la situazione delle famiglie italiane, il cui impoverimento è strisciante e progressivo", rimarca il segretario confederale dell'Ugl Marina Porro. "La leggera inversione di tendenza registrata in un solo trimestre – spiega – è imputabile all'incremento di costi fissi e all'obbligo di spese procrastinate nel tempo, e diventate ora urgentissime, e a qualche maggior entrata derivante dai rinnovi contrattuali".
Articlolo scritto da: Adnkronos