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Comuni montani, penalizzazioni anche nei servizi scolastici

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Comuni montani, penalizzazioni anche nei servizi scolastici

AREZZO – «Nuova penalizzazione degli organici del personale Amministrativo Tecnico Ausiliario (ATA). Stavolta interessa alcuni istituti scolastici situati in territori montani che alla fine del triennio 2009/2012 dovranno affrontare una difficile situazione.
“La nuova normativa – ricorda la deputata Pd Donella Mattesini – danneggia fortemente le realtà scolastiche che operano nei territori disagiati dei piccoli comuni montani e che presentano una dislocazione di plessi distanziati tra di loro. In particolare l’assegnazione del personale ausiliario, in base alla tabella 2 del nuovo regolamento, prevede un incremento di tre unità con sedi da 5 a 7 e di 4 unità con sedi tra 8 e 11. Si evince che le scuole con 11 plessi hanno, rispetto ad una istituzione con 5 plessi, una sola risorsa in aggiunta pur avendo oltre il doppio di plessi da gestire”.
Il Regolamento considera altresì, nell’assegnazione di risorse, il tempo scuola erogato dall’istituzione scolastica prendendo come riferimento il numero totale di alunni che usufruiscono di 40 ore settimanali (orario completo di funzionamento della scuola infanzia, tempo pieno della scuola primaria e tempo prolungato della scuola secondaria) ma non il numero dei plessi in cui tale orario viene attivato.
Allo stesso modo si procede nel determinare la riduzione di personale amministrativo, che opera nelle segreterie, in quanto si calcola in rapporto al numero totale degli alunni a prescindere dalla complessità dell’istituto.
In sostanza le istituzioni scolastiche che operano in un territorio dove sono presenti piccoli comuni montani e gestiscono plessi non molto grandi, distanti tra di loro, con un numero superiore a 10 nei quali sono previsti un’apertura del servizio alla prima infanzia fin dai due anni (in base al comma 6 dell’art. 2 del DPR 89/09) e un’attivazione di orario nel primo ciclo di 40 ore settimanali nell'80% dei plessi, si trovano ad avere un’insufficiente assegnazione di risorse del personale ausiliario (in media, uno per plesso) che potrebbe solo garantire la vigilanza, ma non di certo la pulizia dei locali.
E’ noto che nei comuni di montagna, la scuola rappresenta un servizio primario per le famiglie perché evita a bambini di età tra i 2 e i 10 anni, gli spostamenti nella stagione invernale soggetta, viste le altitudini, a precipitazioni nevose. Inoltre i piccoli comuni montani spesso, per ottimizzare le risorse del proprio ufficio scuola, delegano agli istituti alcuni compiti organizzativi quali ad esempio la gestione del budget delle uscite nel territorio, caricando le segreterie di ulteriore lavoro.
Nella sua interrogazione, Donella Mattesini chiede al Ministro “se non ravvisa che tale regolamento rappresenti un enorme disagio per le istituzioni scolastiche situate in comuni montani, creando anche diseguaglianze tra cittadini. E se non reputa doveroso prevedere una deroga ai parametri di calcolo nelle tabelle per le realtà scolastiche che operano in territorio montano”. »