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Casentino, ‘Studi di settore da rivedere’

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Casentino, ‘Studi di settore da rivedere’

Casentino – “Il Fisco deve tenere in considerazione il quadro difficile in cui le imprese della vallata si stanno muovendo negli ultimi tempi”. È la richiesta di cui si fa portavoce il presidente della Confcommercio di Bibbiena Adelmo Baracchi. “La nostra associazione di categoria sta raccogliendo un dossier di dati statistici ed altre informazioni socio-economiche che serviranno a ricostruire la situazione e a sollecitare, a livello regionale, un’adeguata revisione degli studi di settore”.

“Nessuno vuole chiedere sconti” sottolinea il presidente dei commercianti casentinesi “solo una giusta visione della realtà, per evitare che, come è successo anche quest’anno, molte imprese all’appuntamento con la dichiarazione dei redditi risultino ‘non congrue’ e debbano sottoporsi alla lunga trafila burocratica necessaria a dimostrare la loro onestà. Un percorso che non è affatto piacevole per chi già si trova a combattere con le difficoltà quotidiane”.

Tra i fattori di crisi evidenziati da Confcommercio, validi a motivare una revisione dei parametri, c’è il peggioramento delle condizioni economiche di molte famiglie casentinesi, seguito alla contrazione di importanti realtà produttive che finora avevano garantito lavoro e reddito. “Ovvio che il settore terziario risenta profondamente della diminuita capacità di spesa. Le spese voluttuarie – dalle vacanze alla moda – sono le prime ad essere colpite, ma in qualche caso, drammatico e per fortuna ancora isolato, è colpito anche il comparto alimentare. Questo mentre spese fisse e tariffe, dall’assicurazione per l’auto alle bollette di acqua ed energia, continuano ad aumentare”.

Alle criticità contingenti si aggiunge anche la flessione del turismo in entrata. “Secondo l’Apt nel 2009 il Casentino ha perso il 5,42% negli arrivi e il 6,26% nelle presenze, in termini assoluti rispettivamente -2.872 arrivi e -10.329 presenze. Quest’anno le cose non sono andate molto meglio, perfino l’estate è stata abbastanza sottotono. E se il turismo cala non ne risentono solo le strutture ricettive, ma tutto l’indotto. La ristorazione, ad esempio, che oltretutto continua a patire la concorrenza esasperata, in certi casi ai limiti della correttezza, con sagre e feste di questo o quel circolo paesano”.

“Trovarsi ad operare in un quadro simile porta conseguenze notevoli sui bilanci delle imprese”, prosegue il Baracchi, “non tutte sono in crisi nera, per fortuna, ma vogliamo che il fisco tenga in considerazione le zone ed i settori più colpiti. Se nel commercio, per esempio, molti piccoli negozi continuano a resistere senza soccombere alla grande distribuzione è solo perché sono a conduzione familiare e i titolari stringono la cinghia per fare fronte ad entrate inferiori”.

Le richieste degli imprenditori di Confcommercio trovano un terreno già pronto. Per arginare l’impatto della congiuntura economica, infatti, l’Agenzia delle Entrate ha introdotto alcune novità, come correttivi salvagente (basati sulle informazioni fornite dalle associazioni di categoria e da Banca d’Italia, Istat, Isae, Prometeia e altri istituti di ricerca) e indicatori territoriali su misura, che riguardano il livello di retribuzioni, del reddito disponibile per abitante e delle quotazioni immobiliari. “Ci auguriamo” sottolinea il presidente della delegazione casentinese di Confcommercio Adelmo Baracchi, “che gli studi di settore continuino ad adeguarsi alla crisi, anche anticipando il federalismo fiscale”.