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Bomba contro la casa del procuratore Di Landro: lo Stato è vicino

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Reggio Calabria – (Adnkronos/Ign) – Nuovo attacco delle cosche contro un magistrato a Reggio Calabria. Nella notte, intorno alle 2, una bomba ad alto potenziale è stata fatta esplodere sotto casa del procuratore generale Salvatore Di Landro, nel cuore della città, in via Carlo Rossella .
L'ordigno aveva un innesco a miccia, che ha dato il tempo a chi l'ha posizionato di potersi allontanare dal posto, ed era confezionato con tritolo. L'esplosione ha frantumato i vetri del portone e delle finestre dell'abitazione del procuratore senza fortunatamente ferire nessuno. Al momento della deflagrazione, udita in tutta la zona, Di Landro era in casa con la famiglia.
Gli artificieri hanno bonificato la zona per essere certi che non ci fossero altre trappole esplosive. Sul posto sono giunti gli uomini della Polizia di Stato con il questore Carmelo Casabona e i carabinieri del reparto operativo del Comando provinciale di Reggio Calabria con il tenente colonnello Carlo Pieroni. Sembra che nelle immediate vicinanze dell'abitazione non ci siano sistemi di videosorveglianza che possano restituire immagini utili alle indagini.
Da tempo il procuratore è nel mirino della 'Ndrangheta. Il 3 gennaio scorso un ordigno era stato piazzato davanti alla Procura di Reggio Calabria e circa due mesi fa i bulloni delle ruote della sua auto erano stati svitati mentre il veicolo si trovava nel parcheggio del palazzo di Giustizia.
''C'è un clima di tensione che risale alla bomba del 3 gennaio che non è scesa, anzi si è sempre di più accentuato. E si è focalizzato nei miei confronti perché evidentemente avrò fatto qualcosa di personale in questo contesto alla criminalità che si è fatto sentire, ed è divenuto intollerabile''. E' questa la spiegazione che Di Landro dà dell'esplosione. ''Questa personalizzazione -continua il pg – deve avere pure un suo significato''. E secondo il magistrato è da inquadrarsi nel nuovo corso della Procura generale. Salvatore Di Landro da quando si è insediato, nel novembre dello scorso anno ha dato segnali di rigore nel distretto. ''Mi sono proposto soltanto di fare il mio dovere, che riguarda la lealtà a questa terra. Questo comporta un impegno doveroso particolare'', ha aggiunto. Un'azione che non è accondiscendente con nessuno, tanto meno con esponenti della 'Ndrangheta. ''Siamo severi nei confronti della criminalità organizzata, i patteggiamenti sono saltati e così via'', conclude.
"Lo Stato è vicino al procuratore generale Di Landro e a tutta la magistratura reggina. Questo ultimo ennesimo vile atto intimidatorio conferma la bonta' dell'impegno finora profuso nel contrasto all'Ndrangheta, ma ci impone di mantenere alto il livello di guardia". Afferma il ministro della Giustizia Angelino Alfano. "Quanto è accaduto – continua il Guardasigilli – rafforza la determinazione del governo nel portare avanti la lotta alla criminalità mafiosa, cosa che abbiamo fatto finora adottando provvedimenti sempre più incisivi che ci hanno consentito di raggiungere traguardi prestigiosi. La criminalità, come una bestia ferita è in difficoltà, ma proprio per questo siamo consapevoli di quanto possa essere pericolosa".
Secondo il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso l'attentato contro Di Landro "si inserisce in un clima generalizzato di intimidazione ai magistrati calabresi che negli ultimi mesi hanno ottenuto grandi successi contro la 'Ndrangheta".
"Intanto – spiega Grasso – c'è un attacco personalizzato a un magistrato che si ricollega a quello del 3 gennaio scorso. Ma i proiettili lasciati sulle macchine di servizio, posteggiate nel palazzo di giustizia, le lettere anonime minatorie ad altri magistrati dimostrano che è in atto un tentativo della criminalità di bloccare un'azione concreta e repressiva dello Stato e della magistratura, un'azione che ha fatto saltare certi equilibri. E' in corso un piano di intimidazione generale ed allargata".

Articlolo scritto da: Adnkronos