
Arezzo – Ottobre 2010 – settembre 2011: un anno per portare a termine lo studio di popolazione nei comuni di Arezzo e Civitella, in rapporto all'esposizione a fattori inquinanti. Sono questi i tempi previsti dal progetto presentato questa mattina durante una affollata conferenza stampa presso la sede della Asl di Arezzo. Protagonisti: Regione, Provincia, Asl 8, Comuni di Arezzo, Civitella e Monte San Savino. Con loro un vero e proprio pool di ricercatori: Ars, Ispo, Istituto di Area Vasta, Arpat, Istituto zooprofilattico, Università di Siena, Medici di Medicina Generale, Dipartimento prevenzione Asl 8. Cinque gli studi che verranno realizzati: profili di salute, monitoraggio biologico, registro di mortalità, studio sui lavoratori, studio di biomonitoraggio.
"Con questo progetto – ha dichiarato il Direttore generale della Asl 8, Enrico Desideri – si rivela straordinaria la capacità di relazione tra le istituzioni e di raccordo tra i ricercatori. Siamo di fronte ad un evento unico e ad un modello di ricerca che non ha precedenti in Italia. Avremo integrazioni di competenze e interrelazioni di dati".
"Quello che avviamo oggi – ha sottolineato l'assessore all'ambiente della Provincia, Andrea Cutini – è la conclusione di un lungo lavoro preparatorio che ha visto il coinvolgimento di tutte le istituzioni. Il percorso è iniziato dalla rilevazione delle criticità e proseguirà adesso con l'individuazione delle cause".
Il Comune di Civitella aveva fatto da apripista svolgendo indagini già negli anni scorsi: "un lavoro – ha dichiarato il Sindaco Massimiliano Dindalini – che trova adesso l'importante e fondamentale collaborazione delle istituzioni e degli istituti di ricerca in un progetto altamente innovativo, pensato a tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini".
"Un progetto – ha aggiunto l'assessore all'ambiente del Comune di Arezzo, Roberto Banchetti – che nasce da una forte volontà politica delle istituzioni e che sarà particolarmente interessante per Arezzo, soprattutto per le aree di San Zeno e Quarata: l'obiettivo era e rimane quello di lavorare, con il massimo supporto scientifico, in difesa di territorio e salute".
Lo studio, forse il primo del genere in Italia, mira a tenere correlate diverse tipologie di indagine, a comparare i risultati ed a confrontarli in modo continuo. Ponendo così una doppia questione: di comunicazione "scientifica" fra i ricercatori e di comunicazione "pubblica" verso i cittadini. E dopo l'informazione data oggi alla stampa, domani sera il Comune di Civitella e successivamente il comitato di cittadini sempre di Civitella, hanno organizzato incontri pubblici ai quali sarà presente la Asl per illustrare i contenuti dello studio e dare ogni risposta alle domande dei partecipanti.
"Per la Regione Toscana, che ha impegnato in questo progetto 210.000 euro – ha dichiarato Marco Masi responsabile Innovazione e Ricerca per la Giunta regionale – siamo di fronte ad una esperienza unica, che vede tanti soggetti di ricerca così diversi fra loro, mettere in comune le conoscenze e le capacità. Riteniamo che oltre ad avere le finalità di conoscenza e di avvio delle eventuali azioni di prevenzione, possa essere utile anche per studiare azioni di vera e propria rinascita ambientale di certe aree".
"Un ulteriore aspetto che dà valore all'indagine – ha sottolineato Domenico Sallese, direttore del dipartimento di prevenzione della Asl – sono le informazioni che resteranno a disposizione degli amministratori, i quali hanno necessità di individuare strumenti di programmazione sul territorio, in base ad esigenze di sviluppo che devono necessariamente garantire il benessere dei cittadini".
Nell'individuare le diverse strategie e finalità dello studio, si è tenuto conto sia degli studi precedenti, sia delle indicazioni dei ricercatori che operano in diverse discipline, ma non di meno delle sollecitazioni provenienti dai cittadini, istituzionalmente organizzate nelle pubbliche amministrazioni, ma anche come comitati, che "sono sempre stati invitati alle tantissime riunioni preparatorie; e di una cosa siamo davvero fieri – ha ribadito il DG – che su questo nostro progetto sono accesi i riflettori nazionali, compreso quelli del ministero dell'ambiente, che sulla base del lavoro svolto, di quello che faremo e dei risultati finali, potrebbe adottarlo a modello per aree del Paese che hanno altrettanto e forse più bisogno della nostra di essere monitorate".