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Area ex Lebole: la città si stringe intorno a Butali e Giannetti

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Area ex Lebole: la città si stringe intorno a Butali e Giannetti

Arezzo – È un vero e proprio plebiscito quello raccolto dalla cordata degli imprenditori aretini, capeggiati da Benito Butali e Claudio Giannetti, nel tentativo di scongiurare la calata dei colossi multinazionali della grande distribuzione nell’area ex Lebole.
Sono quasi 500 le firme raccolte in soli due giorni a sostegno del progetto da parte dell’Associazione Commercianti tra i titolari dei negozi del capoluogo.
“Si, sono favorevole al tentativo di impedire che l’area ex Lebole cada in mano alle strutture della grande distribuzione e sostengo pertanto il progetto degli imprenditori aretini”.
Questo è quanto si afferma nel documento sottoscritto da oltre l’85% degli esercizi commerciali interpellati in proposito.
L’accelerazione impressa dall’Amministrazione comunale e dalla proprietà per il recupero della più importante area industriale dimessa alle porte della città, pare infatti non consentire ulteriori possibilità.
Il degrado di quello che doveva essere il biglietto da visita della città sembra avere i giorni contati.
Difficile infatti che si possa pretendere dai pistoiesi Carrara, da dieci anni proprietari dei 140mila metri quadrati sui quali sorgeva lo stabilimento della più importante azienda aretina, un ulteriore dilazione dei tempi di recupero.
E di fronte all’appello del Sindaco Fanfani (“investite voi perché non lo facciano altri”) il sistema economico locale sta reagendo in maniera inaspettata.
Oltre alla famiglia Butali, proprietaria del marchio Euronics, che in città ha già tre punti vendita (San Zeno, viale Mecenate e Setteponti) e che ha manifestato interesse per circa 4mila metri quadrati, e quella Giannetti, titolare del marchio Eurospar-Despar per l’Italia centrale, disponibile a gestire altri 4mila metri quadrati, si allunga la lista degli imprenditori aretini disposti a farsi carico dell’investimento, pur di scongiurare l’avvento di una nuova struttura della grande distribuzione.
Piena disponibilità all’operazione è stata espressa da Piero Iacomoni, presidente della Monnalisa spa, azienda leader nel settore dell’abbigliamento per bambini, il quale ha già manifestato la sua intenzione di partecipare al progetto, che a suo dire, dovrà essere di grande qualità e creare ricchezza per tutta la città.
Ma anche un gruppo di ottici locali che fanno capo al sindacato provinciale di categoria, aderente a Confcommercio, impegnati nella costituzione di un pool di imprenditori pronto a gestire un punto vendita di media superficie, curato proprio da professionisti “aretini”.
Disponibili anche i fratelli Peruzzi, fondatori dell’omonima azienda di abbigliamento di Pratacci, che hanno chiesto di opzionare 1500 metri quadrati, mentre eguale interesse pare sia stato espresso anche da una importante azienda orafa-argentiera.
“Di questo passo – afferma una nota della Confcommercio di Arezzo – lo spazio per insediamenti ostili al territorio si riduce sensibilmente. Anzi se la risposta degli imprenditori aretini proseguirà con questo entusiasmo probabilmente riusciremo a coprire tutta la superficie destinata al commerciale precludendo del tutto la possibilità che nuove strutture della grande distribuzione arrivino ad Arezzo. Sarebbe una dimostrazione di grande maturità e capacità di iniziativa se riuscissimo in questo intento, la migliore risposta a chi dice che Arezzo è una città che sa solo protestare, opporre dinieghi ma non costruire!”.