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Streetfood®, cibi di strada in osteria

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Streetfood®, cibi di strada in osteria

AREZZO – Mancavano solo loro, i Cibi di Strada. La cena con tema “Dalla Strada alla Tavola” è prevista all'”Osteria della Lodola” a Foiano della Chiana, per giovedì 5 novembre ore 20,30 e promossa in collaborazione cpn Associazione Culturale Strretfood, con sede ad Arezzo. C'è anche un sito web di riferimento: www.streetfood.it. Questa realtà, come la cena in questione, tratta quei cibi che oggi, opportunamente recuperati e promossi potrebbero contrastare il dilagare di hamburger e hot dog: “cibi apolidi”, realizzati con ingredienti di dubbia origine e fattura ma che per la loro facile reperibilità e un grafica pubblicitaria accattivante impostata all'origine da note catene di fast food fanno leva sui giovani e giovanissimi per portare dentro i locali a “stelle e strisce” tutte le famiglie.

L'uomo ha conosciuto l'arte culinaria in viaggio, da nomade. Oggi, certe leggi sull'Haccp, l'igiene, la somministrazione e la netta divisione fra artigiano e commerciante non concedono molto ad attività che un tempo erano all'ordine del giorno; quando con un sacchetto di castagne o una porzione di castagnaccio (o baldino ad Arezzo) o di sanguinaccio (o migliaccio), un fritto misto o un panino con porchetta o lampredotto, ci si riempiva lo stomaco per tutta la giornata. Certe attività sono scomparse dai nostri paesi. Rimane il tortello alla lastra dentro i ristoranti dispersi tra le montagne del Casentino o i carretti dei lampredottai all'uscita dell'A1 “Valdarno” o in centro a Firenze, che nel XXI sec. rischiarono di scomparire appena l'Italia entrò di fatto nella Cee.

L'ingresso nella Comunità Europea se da un lato ha uniformato le leggi suddette per tutti i paesi membri, anche se realmente solo l'Italia ha “ubbidito”, con conseguente maggior sicurezza nei posti di lavoro e sui tavoli dei clienti, dall'altro ha compromesso certe genuinità. La Pizza, oggi Specialità Tadizionale Garantita (STG) rischiava di non essere più cotta nel forno a legna perché le eventuali bolle di pasta bruciate che si formano sono cancerogene, il sangue di maiale (per il sanguinaccio) non si può consumare più con tanta facilità per rischio di malattie; il Lardo di Colonnata, per la porosità delle vasche di marmo in cui tradizionalmente viene preparato ha rischiato di essere eliminato, così tanti altri prodotti, anche se di queste leccornie non c'è memoria che sia mai morto qualcuno. Per contro continuano ad esistere salse allo “pseudo cioccolato” che ricoprono snack delle multinazionali, macinato per hamburger e wurstel senza origine né composizione alimentare, e la salute di certo non ne gode. Così Il Canale del Gusto e Streetfood, grazie all'ospitalità e sensibilità di Carlo Porcu, Manuela e Ilya fanno degustare e conoscere questo mondo e invitano ad unirsi in questa ricerca di genuinità storiche dell'arte culinaria a rischio di estinzione.

La Lodola si può raggiungere grazie al servizio www.limboccastrada.it con gps. Nel menù del 5 novembre ci sarà “IL” gnocco fritto, com'è chiamato in Emilia, con salumi. Fritto misto di stagione, Lampredotto in inzimino e Grifi all'aretina. Come dessert: Sebadas e Crêpes. Il menu sarà illustrato nella serata e in abbinamento vi sarà una realtà aretina di produzione artiganale di birra grazie alla collaborazione del birrificio Pevak (www.pevak.it) di San Zeno (AR). Per l'11 novembre, San Martino – patrono di Foiano della Chiana – sarà celebrato con una cena alla “Lodola” con un “Carducciano” girarrosto come piatto “re” della serata.