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Obama ai talebani: in Afghanistan non stiamo vincendo

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NEW YORK – Gli Stati Uniti non stanno vincendo la guerra in Afghanistan e Barack Obama (nella foto) apre la porta a un processo di riconciliazione in cui le truppe americane potrebbero tendere la mano a elementi dei talebani,sul modello di quanto fatto in Iraq con le milizie sunnite. Proprio dal comando Usa di Baghdad è stata confermata la notizia del ritiro di 12.000 militari in sei mesi.

In un'intervista al 'New York Times' il presidente americano si dice quindi pronto a coinvolgere alcune frange dei talebani per pacificare l'Afghanistan. ''Ci possono essere delle opportunità comparabili nella regione che comprende Afghanistan e Pakistan'', ha dichiarato Obama.

''Se parlate al generale David Petraeus (l'ex comandante americano in Iraq al momento del 'surge' delle forze, ora a capo delle operazioni anche per Afghanistan e Pakistan, ndr), penso che sosterebbe che parte del suo successo in Iraq abbia implicato il coinvolgimento di persone che verrebbero considerate fondamentalisti islamici ma che sono disposti a lavorare con noi perche' sono stati completamente alienati dalle tattiche di al Qaeda in Iraq'', ha aggiunto la Casa Bianca ammettendo che in Afghanistan potrebbe non essere scontato un analogo successo.

Obama ha quindi risposto con un secco ''no'' alla domanda se gli Stati Uniti stiano vincendo in Afghanistan. Già durante la sua campagna elettorale aveva detto che la possibilita' di dialogare con alcuni talebani ''dovrebbe essere esplorata''. Entro fine mese, gli Stati Uniti completeranno la ridefinizione della politica per la regione che include anche il Pakistan. Obama ha inoltre ammesso che ''ci potrebbero essere circostanze'' in cui potrebbe essere necessaria la cattura di presunti terroristi all'estero, precisando tuttavia di ''non avere ancora preso una decisione in merito''.

Dato che il presidente degli Stati Uniti ammette l'impossibilità di vincere in Afghanistan e apre al negoziato con i talebani, il nostro Paese può evitare di rafforzare il suo contingente e trattare anch'esso per assicurare un "pacifico ritiro" dei militari italiani. E' quanto afferma il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga.

"Dopo aver all'inizio deciso di adottare anche nell'Afghanistan, su suggerimento del Comandante di Teatro Est delle Forze Armate americane generale Petreus, la strategia del 'surge' e di inviare quindi in quel Paese oltre nuovi soldati americani dotati di adeguati e piu' potenti mezzi e di richiedere anche agli alleati un aumento dei loro contingenti, il presidente Obama ha ammesso – esordisce Cossiga- che né la Nato nè gli americani sono in grado più di opporsi ai talebani e di vincere la guerra contro di essi".

"Egli ha pertanto deciso di aprire negoziati con i talebani al fine di porre fine alle ostilità, trovare un accordo che consisterà nella revoca dell'attuale governo filoamericano e della formazione di un nuovo governo basato sulla Sharia senza la precondizione che il nuovo Afghanistan non dia più ospitalità alle basi di Al Qaeda. Questa decisione del presidente Obama – sottolinea il senatore a vita – è di grande interesse anche per il nostro Paese che non dovrà più rafforzare il nostro contingente militare, predisporre i piani per un rapido rispiegamento di esso sul territorio nazionale ed intanto concludere unilateralmente un accordo di 'cessate il fuoco' con i talebani, con l'impegno da parte di essi di un pacifico ritiro del nostro contingente, magari – conclude Cossiga – con la cessione ad essi dei nostri mezzi pesanti, lì dislocati al fine di rendere più agevole un rapido ripiegamento".