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Mostre, Emilio Isgrò a Milano con ‘Fratelli d’Italia’

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MILANO – La mostra "Fratelli d'Italia", la più estesa che Milano, patria d'adozione dell'artista sin dagli anni '50, abbia mai dedicato a Emilio Isgrò, sarà ospitata, dal 20 marzo al 13 giugno, nelle Gallerie del Credito Valtellinese, per iniziativa della Fondazione Credito Valtellinese che, dal 19 luglio al 15 novembre, la riproporrà in Sicilia, terra natale di Isgrò, ed esattamente ad Acireale nella Galleria del Credito Siciliano. Il titolo dell'esposizione ricalca quello dell'opera fulcro, costituita da una lunga e imponente striscia con l'inno nazionale "cancellato" dall'artista.

L'esposizione milanese riunisce ben tre opere-installazioni. Accanto a Fratelli d'Italia, installazione assolutamente inedita, pensata e realizzata per l'occasione, ve ne saranno infatti altre due, di grandi dimensioni: "Ora italiana" e "avventurosa vita di Emilio Isgrò". La prima (risalente al 1985, allora realizzata per ricordare l'attentato alla Stazione di Bologna) è composta da venti pezzi rotondi, del diametro di circa 1 metro ciascuno, con un orologio incorporato con tanto di suoneria funzionante; la seconda, del 1971, propone una serie di dichiarazioni sulle caratteristiche fisiche e morali dell'artista, tracciando attraverso la parola e la luce un vero e proprio ritratto "concettuale" del personaggio.

Accanto a queste tre installazioni, la mostra propone un'antologica scelta, 70 pezzi, della produzione di Isgrò, dagli esordi ad oggi. Ma Isgrò è soprattutto un intellettuale ed un artista "a tutto tondo". Inizia con la poesia, arte con la quale ha costantemente convissuto e continua a convivere, con il romanzo, il teatro, il radiodramma, il giornalismo, la musica (storica la sua installazione Chopin per 15 pianoforti realizzata nel 1979 a Milano per il Teatro alla Scala). Si è nutrito (e continua a farlo) del confronto con gli artisti e con alcune delle grandi figure del suo tempo.

Memorabile, fra tutti, l'incontro-intervista con John Fitzgerald Kennedy nel 1963 alla Casa Bianca, quando, giornalista ventenne, fu inviato dal quotidiano Il Gazzettino al seguito del Presidente americano in viaggio elettorale per gli Stati Uniti. "E' stato proprio quell'incontro – rivela l'artista – a ispirarmi nel 1965 l'opera Jacqueline, una delle mie poesie visive più conosciute".