Home Cronaca Meredith, 460 tracce biologiche analizzate dalla scientifica

Meredith, 460 tracce biologiche analizzate dalla scientifica

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PERUGINA – Le tracce isolate dalla polizia scientifica durante le indagini sull'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, 460, sono state al centro della deposizione di oggi, davanti alla Corte d'Assise di Perugia, della biologa Patrizia Stefanoni, funzionaria della sezione di genetica forense della polizia scientifica di Roma. Presenti in aula i due imputati Raffaele Sollecito e Amanda Knox (per il delitto è stato già condannato con rito abbreviato a 30 anni Rudy Hermann Guede).

Particolare attenzione è stata rivolta da parte delle difese degli imputati in relazione alle tracce di dna rilevate di Sollecito, sul gancetto del reggiseno della vittima e di Amanda sul coltello ritenuto dall'accusa l'arma del delitto. Prove sulle quali sono emersi anche oggi teorie contrastanti tra accusa e difesa. L'esperta ha ricordato che il reperto venne rilevato la prima volta durante il primo sopralluogo del due novembre 2007 nella casa del delitto e venne fotografato dalla scientifica dopo essere stato rivenuto sotto al cuscino trovato sotto al corpo di Meredith. Venne però repertato nel corso del secondo sopralluogo del 18 dicembre 2007. Il gancetto venne rinvenuto sotto a un tappetino, distante circa un metro e mezzo dalla posizione iniziale. Secondo la difesa di Sollecito, quindi, si potrebbe essere verificata una contaminazione involontaria del reperto.

Sei i sopralluoghi effettuati a Perugia dalla polizia scientifica durante le indagini e che hanno portato al repertamento di 228 oggetti. In particolare hanno riguardato il casolare di via della Pergola, la casa e l'autovettura di Raffaele Sollecito e l'abitazione di Rudy Guede.

La biologa ha spiegato in aula le modalità con cui sono state repertati i vari oggetti e poi analizzati in laboratorio. L'esperta ha raccontato alla Corte come il test del Dna è utile e significativo solo se si ha la possibilità di confrontarlo con altri Dna di soggetti identificati, sottolineando che ''nelle tracce non troviamo il nome e cognome dei soggetti ai quali appartengono e nemmeno le loro caratteristiche somatiche''.

La Stefanoni ha inoltre spiegato che ogni stanza della casa del delitto è stata ripresa con lo 'spheron' uno strumento che permette di fare delle riprese fotografiche-video globali, ruotando su stesso di 360 gradi. In questo modo la polizia scientifica ha avuto la possibilità di rivedere la scena del crimine anche in laboratorio.

Articlolo scritto da: Adnkronos