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Lavanderie: la crisi non ‘Smacchia’

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Rossella Sorini è stata confermata alla presidenza del settore tintolavanderie. Un riconoscimento del buon lavoro svolto nel primo mandato e della validità dei programmi per il secondo. “Noi non siamo di fronte soltanto alla crisi economica che colpisce tutti – sottolinea Rossella Sorini. Dobbiamo fare i conti con profonde trasformazioni del settore, sia sul versante tecnico che su quello della concorrenza”.
La novità si chiama lavaggio automatico. Non poche e isolate presenze ma 15 aperture nella sola città di Arezzo in due anni. “Siamo di fronte a norme poco chiare che lasciano non porte ma portoni spalancati ad ogni tipo di concorrenza. La liberalizzazione consente che una lavanderia possa essere aperta accanto ad un’altra, a pochi metri”.
La concorrenza rischia di veder offuscate regole generali e meccanismi sopravvivenza economica delle imprese: “Crisi e concorrenza stanno determinando la progressiva diminuzione dei prezzi. Ma questo non significa solo un’opportunità maggiore per i clienti, ma anche rischi maggiori. I nostri margini sono già ridotti al minimo e chi varca la soglia della redditività finisce per farla sulla pelle, o meglio, sui tessuti dei clienti”.
Tanto più che il settore della tintolavanderie richiede professionalità sempre più elevate: “questo in considerazione della diversificazione dei tipi di tessuti, del costante ricorso alla chimica nella loro lavorazione, in una etichettatura che comunque a rimanere inadeguata per noi e quindi rischiosa per i clienti. Inoltre le tecnologie sono in forte sviluppo e richiedono una professionalità più elevata. Sono orgogliosa del termine “lavandaia” che ci rimanda al passato ma chi pensa che questo sia un lavoro semplice e immediato sbaglia. Occorrono conoscenze, professionalità, tecnologie. Chi improvvisa, fa pagare al cliente un prezzo ben più alto di quello indicato nello scontrino”.
Cna punta quindi su formazione e regole certe e condivise per tutti. “Chi fa questo mestiere – conclude Rossella Sorini – ha una grande voglia di lavorare perché la fatica quotidiana è molta. Ma abbiamo bisogno di un quadro esatto e rispettato dei diritti e dei doveri di ognuno”.