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I mosaici romani di Palazzo Lambardi aperti al pubblico

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I mosaici romani di Palazzo Lambardi aperti al pubblico

AREZZO – “Giornate europee del patrimonio”, l’iniziativa a carattere nazionale del Ministero per i beni e le attività culturali avrà ad Arezzo un’appendice straordinaria: resterà in visione nei giorni di sabato 26 e domenica 27 settembre, il “piccolo mare” di Palazzo Lambardi, in Corso Italia 60, mosaici di epoca romana ritrovati eccezionalmente in perfetto stato di conservazione in due proprietà private.
Sono ben 17 le visite guidate in programma, dalle 10 alle 17 ogni mezzora con una pausa dalle 12 alle 15,30. Il numero massimo di persone ammesse per fascia oraria, 30, consigliano la prenotazione della visita, possibile fino alle 18 di venerdì 25 presso l’Apt di Piazza della Repubblica e ai numeri di telefono 0575377678 e 20839. Insieme a queste occasioni, ce ne saranno ulteriori partecipando a un vero e proprio tour archeologico: “abbiamo la possibilità per la nostra città – ha dichiarato l’assessore alla cultura del Comune di Arezzo Camillo Brezzi – di presentare un evento davvero importante perché si potranno ammirare mosaici artisticamente di gran pregio. Si è pensato di offrire un percorso, ‘sentieri di archeologia in Arezzo’, affiancando a Palazzo Lambardi altre precedenti scoperte, dalla domus di San Lorenzo riprodotta al Museo Mecenate, luogo di rinvenimento della Minerva attualmente in ‘gita’ a Tokio assieme al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, all’area archeologica conservata nella sede di Piazza San Jacopo del Monte dei Paschi di Siena, fino al sottosagrato di San Francesco e Palazzo Lambardi stesso. Partenza dal museo archeologico di via Margaritone in questo orari: sabato 26 alle 16; domenica 27 alle 10,30 e alle 16”.
Perché il pavimento musivo venga definito “piccolo mare” lo spiega la Soprintendente Archeologa Silvia Vilucchi: “stiamo parlando di un rinvenimento di soli due anni fa e averlo in così breve tempo reso fruibile ci riempie di soddisfazione. Dopo la sorpresa iniziale per la scoperta di quest’opera, la proprietà ne ha colto la portata e ha avuto il coraggio di procedere a modificare la destinazione d’uso dei locali interessati, in origine cantine. A seguito del coinvolgimento dei proprietari di Palazzo Lambardi, anche il proprietario di un edificio confinante, che comprendeva una parte residua dei mosaici si è sentito parte di questo progetto di valorizzazione. Ringrazio quindi entrambi i privati che hanno consentito di ‘rientrare’ dopo secoli in un edificio di epoca romana, presumibilmente del I secolo dopo Cristo, sul quale, dal Rinascimento al Settecento, si era stratificata l’architettura attuale. La consistenza planimetrica del pavimento, di cui parlò Gamurrini nella seconda metà dell’Ottocento chiamato dal marchese Lambardi, proprietario dell’epoca, è rilevante e presenta una decorazione che è lecito chiamare ‘piccolo mare’ perché vi nuotano, alternate, 4 anatre e 4 delfini. Questo abbinamento, volatili di acqua dolce accanto a mammiferi marini, un’iconografia inconsueta, suscita quesiti storici e archeologici”.
“È stato un affascinante percorso – ha ricordato l’architetto Cesare Cantucci – che ci ha permesso di passare dal panico della scoperta di due palazzi sopra un mosaico elegantissimo, che sembra un ricamo di Burano, alla gioia di offrirlo in visione. E a proposito di stato di conservazione, la qualità del pavimento è tale che di questo dobbiamo proprio ringraziare i due edifici che lo hanno per secoli non tanto nascosto quanto preservato con cura”.

Per Alessandro Angiolini, uno dei proprietari del palazzo, “è stato come trasformare un colpo di fortuna in un’occasione di recupero e valorizzazione artistica della città alla quale hanno partecipato vari soggetti, in primis Soprintendenza e Comune, che ringrazio pubblicamente”.
“L’auspicio – per il direttore dell’Apt Fabrizio Raffaelli – è che la straordinarietà di queste due giornate diventi ordinarietà, pensando a un’offerta turistica sempre valida nel corso dell’anno, magari su appuntamento. L’associazione guide turistiche garantirà nel corso delle visite la tradizionale competenza permettendo di apprezzare un sentiero archeologico che sta arricchendosi ogni anno e che domani potrebbe essere esteso ai notevoli resti emersi in Piazzetta San Niccolò a oggi non fruibili e, dopodomani, perché no, a Castelsecco. Stiamo lavorando per questi obiettivi”.