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Benedetto XVI: ‘La Chiesa sia povera e libera’

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BRESCIA – La Chiesa per parlare all'uomo contemporaneo deve conservare due caratteristiche di fondo: la povertà e la libertà. E' quanto ha detto questa mattina il Papa a Brescia nel corso della messa celebrata in Piazza Paolo VI. Ricordando il suo predecessore Montini, e le sue parole dedicate a una Chiesa che deve essere povera e quindi libera, Benedetto XVI ha voluto sottolineare proprio ''quest'ultima visione della Chiesa 'povera e libera'. Così dev'essere la Comunità ecclesiale, per riuscire a parlare all'umanità contemporanea. L'incontro e il dialogo della Chiesa con l'umanità di questo nostro tempo stavano particolarmente a cuore a Giovanni Battista Montini in tutte le stagioni della sua vita, dai primi anni di sacerdozio fino al Pontificato''.

Le grandi sfide che oggi attendono la Chiesa, ha affermato Ratzinger, sono quelle rappresentate dal confronto con le altre fedi e dalla secolarizzazione che fa crescere nel mondo la dimenticanza, l'oblio, di Dio. Allo stesso tempo il Papa, rivolgendosi al laicato cattolico, ha sottolineato tra le grandi sfide del presente ''la crisi economica, l'immigrazione, l'educazione dei giovani''.

''Cari amici, e mi rivolgo in modo speciale ai fratelli nell'episcopato e nel sacerdozio, come non vedere che la questione della Chiesa – ha rimarcato Benedetto XVI – della sua necessità nel disegno di salvezza e del suo rapporto con il mondo, rimane anche oggi assolutamente centrale?. Che, anzi – ha aggiunto – gli sviluppi della secolarizzazione e della globalizzazione l'hanno resa ancora più radicale, nel confronto con l'oblio di Dio, da una parte, e con le religioni non cristiane, dall'altra? La riflessione di Papa Montini sulla Chiesa è più che mai attuale; e più ancora è prezioso l'esempio del suo amore per lei, inscindibile da quello per Cristo''.

Ai sacerdoti della diocesi di Brescia Ratzinger ha anche ricordato l'esempio di Paolo VI che, di fronte alla difficoltà del post-Concilio e al movimento giovanile del '68, chiese di non avere altra linea se non quella della fede in Gesù Cristo. ''Vorrei ricordare – ha detto Benedetto XVI rivolgendosi ai seminaristi e ai sacerdoti della diocesi lombarda – anche le parole che Paolo VI rivolse agli alunni del Seminario Lombardo il 7 dicembre 1968, mentre le difficoltà del post-Concilio si sommavano con i fermenti del mondo giovanile. Tanti – disse – si aspettano dal Papa gesti clamorosi, interventi energici e decisivi. Il Papa non ritiene di dover seguire altra linea che non sia quella della confidenza in Gesù Cristo, a cui preme la sua Chiesa più che non a chiunque altro. Sarà Lui a sedare la tempesta''.

''Non si tratta di un'attesa sterile o inerte – ha proseguito Ratzinger citando ancora le parole del suo predecessore – bensì di attesa vigile nella preghiera. E' questa la condizione che Gesù ha scelto per noi, affinché Egli possa operare in pienezza. Anche il Papa ha bisogno di essere aiutato con la preghiera''.

Al Duomo di Brescia Benedetto XVI ha avuto un lungo incontro con gli ammalati. Tra le autorità presenti all'omelia il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, l'ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede Zanardi Landi, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, il giudice della Corte Costituzionale Giuseppe Frigo, il sottosegretario Stefano Saglia oltre alle istituzioni locali.

Papa Benedetto XVI, prima di giungere al Duomo di Brescia, ha fatto fermare la papamobile davanti alla stele che in piazza della Loggia ricorda la strage del 25 maggio 1974 in cui morirono otto persone e un centinaio rimasero ferite. Davanti alla stele, in memoria appunto delle vittime, il Papa si è alzato in piedi sulla papamobile, si è raccolto in preghiera ed ha fatto il gesto della benedizione.

Questa mattina Ratzinger si era recato a Botticino Sera per pregare davanti alle reliquie di Sant'Arcangelo Tadini che fu parroco di questa località per 25 anni, dal 1887 al 1912. ''Non si viva per sé, ma per gli altri e lavorare perché nasca un mondo fraterno'' sono state le parole del Pontefice salutando una piccola folla in attesa davanti alla basilica di S. Maria Assunta.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign