Home Nazionale Afghanistan, ordigno contro i parà italiani a 15 km a sud di kabul

Afghanistan, ordigno contro i parà italiani a 15 km a sud di kabul

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KABUL – "Nessun ferito". La conferma, dopo l'ennesimo attentato, stamattina (le 8.30 locali, le 6 in Italia), a 15 chilometri a sud di Kabul, contro un convoglio della Folgore, formato da quattro veicoli "Lince", giunge dal Comando Internazionale Isaf di Kabul. Nessun parà è rimasto ferito dall'esplosione di un ordigno improvvisato (ied) piazzato sul ciglio della strada, fatto detonare al passaggio del convoglio. L'esplosione, che ha colpito il terzo mezzo della colonna, ha danneggiato il "Lince", ma ha lasciato illesi i militari italiani che operavano di pattuglia nel settore della valle di Musahy.

A causa delle condizioni meteorologiche favorevoli "siamo nel mezzo della 'fighting season'", la stagione dei combattimenti, l'approssimarsi delle elezioni "c'entra relativamente", così come un'eventuale reazione alla notizia (smentita però dai talebani) dell'uccisione di Baitullah Mehsud, il "signore della guerra" del Waziristan del Sud, sicuro membro dello 'stato maggiore' degli insorti. Il capitano Vincenzo Lipari, veterano dell'Afghanistan, e portavoce italiano del Comando Internazionale Isaf di Kabul, spiega così all'ADNKRONOS la situazione che vede l'intensificarsi degli attacchi contro gli uomini e i mezzi della coalizione internazionale.

"E' chiaro -continua il capitano Lipari- che se qualcuno vuole attirare l'attenzione, questo è il momento più propizio, visto che i riflettori dei media si stanno per concentrare sull'Afghanistan in vista delle prossime elezioni del 20 agosto". Per le quali, aggiunge, si sono registrati per 4,5 milioni elettori in più rispetto alle precedenti presidenziali: "Al momento, un successo del governo afghano e di Isaf che ne sostiene l'azione". Quanto al rischio che si possa trattare di una reazione alla presunta morte del leader talebano Baitullah Mehsud, l'ufficiale italiano lo esclude: "Gli insorti, pur operando in base a linee guida generali, non sono strutturati come un esercito moderno -spiega- e in realtà agiscono sul terreno in base a esigenze locali". L'attenato di oggi, conclude Lipari, "è la classica procedura utilizzata dagli insorti" in questa fase.

Articlolo scritto da: Adnkronos