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Aeroporto Peretola: sequestrato guscio di tartaruga e… non solo

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Aeroporto Peretola: sequestrato guscio di tartaruga e… non solo

FIRENZE – L’aeroporto di qualsiasi città è, generalmente, il luogo di arrivo e transito di cittadini di diversi stati, etnia e culture. Rappresenta, però, anche area sensibile nel cui contesto vengono svolti, quotidianamente, controlli accurati non solo ai fini della sicurezza ma anche ai fini doganali e valutari. L’aeroporto è anche il posto dove si verificano tentativi di introduzione, nel territorio nazionale, di oggetti o prodotti vietati o di illecita importazione.

È di questi ultimi giorni il sequestro effettuato dai militari della Guardia di Finanza, durante i controlli di routine presso la “Sala Arrivi” dell’aeroporto di Firenze – Peretola, di un carapace di tartaruga occultato all’interno del bagaglio di un italiano residente nella provincia di Firenze.
Il passeggero, in arrivo dal TOGO – Via Parigi, trasportava senza alcuna dichiarazione, il “guscio” di tartaruga in violazione della normativa “CITES” ("Convention on International Trade of Endangered Species" – Convenzione sul commercio internazionale di specie di fauna e flora selvatiche in pericolo di estinzione), meglio conosciuto come "Trattato di Washington". Il trattato è stato firmato da diversi paesi, tra cui l’Italia, i quali si sono dati precise regole per la salvaguardia del patrimonio naturale mondiale, soprattutto al fine di eliminare il grande flagello della cattura, sino ad allora indiscriminata e distruttiva, di animali.
Il Trattato di Washington prevede due Appendici nelle quali sono elencate tutte le specie sottoposte a regolamentazione. Nella prima sono elencati gli animali in grave pericolo di estinzione e per i quali sono vietati la cattura e la detenzione (esclusa la detenzione di soggetti regolarmente nati in cattività); nella seconda sono invece indicate le specie minacciate di estinzione, che possono quindi essere catturate, commercializzate e allevate, ma solo in presenza di particolari permessi e nel rispetto di precise e severe regole. Il presente regolamento vale anche per gli animali inclusi nelle predette tabelle morti, loro parti o prodotti derivati.

Il carapace è stato confiscato e consegnato al Corpo Forestale dello Stato. Questo provvederà a sottoporre l’oggetto ad accurati esami scientifici per accertare l’origine e la specie del carapace, che successivamente potrà essere conservato a fini didattici e scientifici.
Ma il sequestro del carapace non rappresenta che l’ultimo di una lunga serie di oggetti sequestrati dai militari e dogana che svolgono giornalmente questo specifico servizio di controllo presso lo scalo di Firenze. A volte, gli stessi finanzieri restano increduli di fronte ad alcuni singolari souvenir che i passeggeri in transito cercano di far passare inosservati eludendo i controlli doganali.

Si va dal sequestro di un rettile essiccato denominato “Varanus Niloticus”, conosciuto come “Varano del Nilo”, appartenente alla categoria delle lucertole, molto ricercato per gli “amanti” della specie a sangue freddo ad una pelle di zebra lunga circa 3,5m e larga 2m, da cobra e serpenti imbalsamati a varie rare forme di conchiglie e corallo, dalla pelle di pitone alla pelle di coccodrillo. In un caso, alcuni particolari cavallucci marini.
La provenienza delle merci, nella maggior parte dei casi, è da paesi africani.

La vicenda più incredibile è legata al sequestro di un grande uovo fossile di un particolare esemplare di uccello. L’animale, tuttavia, non è ricompresso tra le tabelle della normativa CITES in quanto ritenuto ormai estinto. Per cui si è dovuto procedere al dissequestro ed alla restituzione dell’oggetto al possessore.

In un’altra occasione sono stati sequestrati due quadri che al loro interno contenevano 18 elefantini di avorio nonché lavorazioni tipiche di alcune regioni africane, fatte interamente in avorio.

Sequestri di oggetti “particolari” hanno riguardato anche il settore degli stupefacenti. Sono stati rinvenuti dai finanzieri, sempre ben occultati in valigie o bagagli a mano, trita- marijuana (oggetto simile ad un macinino per triturare le foglie di marijuana), cilum sia di piccole dimensioni, per fumare il crack, sia di grandi dimensioni, per la marijuana, nonché lecca – lecca alla marijuana ben occultati nei pacchi di caffè.