
La stagione 2008/09 del Teatro comunale di Bucine è dedicata al nostro tempo e agli attori/buffoni che cercano generosamente di interpretarlo, intuirlo, rappresentarlo.
Un tempo di grandi cambiamenti sociali e culturali, un tempo segnato da forti crisi di identità della nostra comunità. Nuovi miti, nuovi linguaggi, nuove problematiche attraversano la nostra dimensione contemporanea. Il programma è articolato in vari progetti: re, popolo e buffoni progetto produttivo triennale diretto da Gianfranco Pedullà e Nicola Rignanese della Compagnia Teatro Popolare d'Arte.
Progetto di teatro sociale diretto da Diesis Teatrango, che si concentra (attraverso spettacoli teatrali, film, convegni) sui temi dell’usura, dell’anoressia, del rapporto fra teatro e psichiatria.
Progetto speciale pubblico realizzato in collaborazione con la Rete Teatrale Aretina, il Centro Teatro Educazione dell’ETI, la Fondazione Toscana Spettacolo.
Rassegna teatro sensibile femminile che vuole approfondire il tema della creatività femminile.
La nuova Rassegna A SIPARIO APERTO che – in collaborazione con Le Cafè des Zozos e il Teatro di Ambra dedica quattro domeniche di gennaio al pubblico delle famiglie.
A tutto questo aggiungiamo tutta una serie di seminari, laboratori, cantieri e manifestazioni varie.
Nella sua ricchezza e varietà di proposta la stagione 2008/09 configura così un’attività stabile che guarda alla comunità di Bucine, alla comunità della Valdambra e del Valdarno, alla comunità fiorentina e aretina, alla comunità nazionale. Un’attività che offre momenti di produzione fortemente legata al territorio, formazione teatrale delle nuove generazioni dentro e fuori la scuola, occasioni di formazione degli spettatori sullo sfondo di un forte impegno sull’identità cangiante del nostro tempo.
Anche per questo diciamo grazie ai buffoni che accompagneranno in questo simbolico viaggio.
LELLO ARENA in 'Shakespea Re di Napoli'
L’opera è ambientata nel castello del viceré di Napoli, che, in una misteriosa notte di Carnevale, si popola di presenze insolite e suoni presaghi: sono i segni della sfida impietosa tra l’autore, il genio, la bellezza e la morte dei quali si rendono protagonisti, in un dialogo serrato e poetico, Zoroastro (Arena) e Desiderio (Claudio Di Palma), alla ricerca del misterioso W.H. al quale Shakespeare dedica i suoi 154 Sonetti. In molti hanno teorizzato intorno all'origine ispirativa dei Sonetti di Shakespea Re di Napoli. Così il misterioso W.H. ha finito per assumere ora le sembianze del conte di Pembroke, ora quelle di Lord Southampton. Tuttavia, le immagini dei due gentiluomini inglesi hanno ceduto il passo, specie nell'ultimo secolo, a nuove e sempre più approfondite indagini testuali, fino alla capitolazione finale ad opera di analisi incentrate sui riferimenti ermetici e simbolici annidati nei Sonnets.
Nella messinscena la straordinaria musicalità della lingua di Shakespeare viene assimilata alla grande vocazione lirica della cultura letteraria del barocco napoletano. Il senso del suono diviene quasi suono dei sensi, dell'inesausto intreccio di endecasillabi e settenari. Sullo sfondo, una misteriosa notte di Carnevale, un castello, un vicerè, due storie e l'ombra di Shakespeare. Tutto nel gurgite di passioni incandescenti, agonizzanti silenzi, violente rinascite delle parole, ferita impietosamente nella sfida con l'autore, il genio, la bellezza e la morte, che dal vicino mare limpido e putrescente esala il brivido presago della peste.