CANTON – "Tra una settimana potete scegliere tra la paura e la speranza: tra una settimana potete mettere fine ad una politica che divide una nazione per vincere un'elezione, che ci chiede di avere paura quando abbiamo bisogno della speranza". Così Barack Obama, dall'Ohio -stato chiave del duello elettorale-, ha presentato il suo 'closing argument', la sua arringa per vincere la Casa Bianca.
Un discorso importante, in cui il candidato democratico ha ripercorso tutti i temi ed i messaggi centrali della sua campagna, senza mai però assumere la posizione del candidato favorito. "In questi 21 mesi abbiamo fatto tanta strada, siamo arrivati così vicino – ha detto il senatore ricordando la lunghissima campagna elettorale – ma non possiamo permetterci di rilassarci neanche per un minuto, un secondo, non ora, non adesso con una posta in gioco così alta".
"Non sarà facile ma sapete che dobbiamo cambiare questo paese – ha affermato ancora il senatore democratico – io credo in voi, credo nella vostra capacità di cambiamento". "Per questo, parlate con i vostri vicini, con i vostri amici, datemi il vostro voto – ha concluso – possiamo cambiare il paese, possiamo cambiare il mondo".
Attaccando John McCain il democratico ha detto che "l'azzardo più grave che possiamo fare è abbracciare le stesse politiche vecchie Bush-McCain che ci hanno fatto fallire negli ultimo otto anni.". "Posso sopportare un'altra settimana di attacchi personali di McCain, ma l'America non può sopportare altri quattro anni così" ha aggiunto, riferendosi alle scelte economiche di Bush che hanno portato l'America nell'attuale crisi economica. "McCain si preoccupa di perdere le elezioni, io mi preoccupo per gli americani che perdono le loro case". Sul finale, le tasse, cavallo di battaglia del candidato repubblicano. "Qualsiasi cosa possa dire McCain, chi non guadagna più di 250mila dollari non vedrà aumentate le tasse di un centesimo" ha affermato Obama, sottolineando che il suo programma è teso a difendere ed aiutare il ceto medio, non le classi privilegiate.
Dal canto suo McCain, dopo aver affermato di "condividere la filosofia del Partito repubblicano" sulla politica economica, ci ripensa e torna a prendere le distanze da George W. Bush. "Entrambi (Obama e io) non siamo d'accordo con le politiche economiche del presidente Bush' ha detto parlando a Cleveland, in Ohio – Il mio approccio è di mettere la spesa sotto controllo, la differenza tra noi è che lui pensa che le tasse sono troppo basse e io penso che la spesa sia troppo alta". "Il mio piano – ha spiegato ancora McCain – creerà milioni di posti di lavoro in America e gli americani stanno iniziando a capirlo. Io proteggerò i vostri risparmi e le vostre azioni e farò crescere di nuovo il mercato azionario. La differenza tra me e il senatore Obama è che il mio piano creerà posti di lavoro, è una differenza di milioni di posti di lavoro in America".
Intanto, sulla scia della stragrande maggioranza dei media, 'Washington Post' e 'New York Times' in testa, anche il 'Financial Times' si schierano per il candidato democratico. Il quotidiano londinese, tra i più importanti giornali finanziari, dedica un editoriale in prima pagina con il titolo 'Obama è la scelta migliore', in cui spiega il perché il senatore dell'Illinois sia preferibile al candidato repubblicano.
Secondo l'ultimo sondaggio per i democratici quella di martedì prossimo potrebbe essere una vittoria epocale con la conquista della Casa Bianca, e di 28 seggi in più alla Camera e tra 7 e 9 al Senato. Il mensile di informazione politica Cook Political Report infatti pubblica queste stime, che confermerebbero i timori che si stanno diffondendo in questi ultimi giorni di campagna elettorale tra i vertici repubblicani. La paura è quella che insieme a John McCain affondi l'intero partito repubblicano. Al punto che l'ex ghost writer di George Bush, David Frum, ha lanciato un appello per 'salvare il salvabile'.
Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign