Home Cultura e Eventi Cultura Jakob Frank, il “falso messia” e la sua setta

Jakob Frank, il “falso messia” e la sua setta

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Jakob Frank, l’ebreo polacco che alla fine del XVIII secolo dichiarandosi il messia fondò una setta che predicava l’apostasia come avvento di liberazione per il popolo ebraico, sarà ‘protagonista’ del convegno internazionale Along the road to Esau (Lungo la strada verso Esau). La giornata di studi è promossa dalla facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo dell’Università di Siena e dall’Istituto di Giudaistica di Vienna e si terrà lunedì 22 settembre, a partire dalle ore 11, ad Arezzo (campus del Pionta, viale Cittadini).

«Storici delle religioni, studiosi di giudaistica, polonisti e germanisti », spiega Roberta Ascarelli, docente di Letteratura tedesca alla facoltà di Lettere, organizzatrice del convegno insieme a Klaus Davidowicz dell’Istituto di Giudaistica di Vienna, «si incontrano per cercare di fare chiarezza sulla figura di Frank, una specie di Cagliostro dei ghetti dell’Europa orientale. Un personaggio, negli ultimi anni, al centro di leggende mediatiche, fiorite soprattutto sul web, che alimentano nuove forme di antisemitismo nei confronti di presunti seguaci nascosti nella nomenklatura mondiale. Oscura appare anche la setta, dove la forma cattolica avrebbe nascosto i segreti cabalistici».

Il titolo del convegno allude all’incontro tra Giacobbe ed Esau, «fa riferimento», spiega la professoressa Ascarelli, «all’incontro tra ebraismo e cristianesimo predicato da Frank».

A metà del Settecento, in Polonia, Frank e i suoi adepti si convertirono in massa al cristianesimo, ripudiando l’ebraismo e lanciando accuse terribili verso questa religione. Una vicenda che ha lasciato molti dubbi. «Dopo il battesimo», afferma la professoressa Ascarelli, «molti frankisti riuscirono a entrare nei ranghi della nobiltà polacca, combatterono le guerre napoleoniche con alti gradi militari e diventarono protagonisti delle insurrezioni ottocentesche». Gli studiosi si chiedono chi fossero questi seguaci e se Frank fosse un falso messia che illudeva le piccole folle dell’ebraismo orientale o un leader politico-religioso che guidò i suoi discepoli alle soglie della modernità.

Il frankismo, importante capitolo della vicenda dell’ebraismo orientale, è stato argomento della ricerca su “Ebraismo e Culture nazionali”, che vede coinvolti vari atenei italiani, di cui si sono occupati gli studiosi della facoltà di Lettere di Arezzo e dell’Istituto di Giudaistica di Vienna. Nel convegno internazionale, che si terrà in lingua inglese e nel quale si troveranno per la prima volta insieme i maggiori studiosi del frankismo provenienti da Stati Uniti, Israele, Polonia, Svizzera e Austria, saranno presentati i risultati della ricerca e le relative pubblicazioni.

Dopo i saluti del preside della facoltà aretina Camillo Brezzi, alla giornata di studi interverranno Roberta Ascarelli,Klaus Davidowicz, Jan Doktór (Jewish Historical Institute di Varsavia), Ekaterina Emeliantseva (Università di Zurigo), Matt Goldish, (Università dell’ Ohio), Harris Lenowitz (Università dell’Utah), Pawel Maciejko, (Università ebraica di Gerusalemme).