GERUSALEMME – Il partito Kadima al governo in Israele terrà domani le sue primarie interne, con un voto che avrà una forte influenza sul futuro del Paese e del processo di pace in Medio Oriente. Il nuovo leader del partito avrà infatti buone possibilità di diventare primo ministro, prendendo così la guida delle trattative di pace in corso con i palestinesi. I sondaggi danno favorita il ministro degli Esteri Tzipi Livni, a capo dei negoziatori israeliani nelle trattative con i palestinesi, ma non è escluso che la spunti l'attuale ministro dei Trasporti, il falco Shaul Mofaz, già capo di Stato maggiore e ministro della Difesa. Meno chances sembrano avere il ministro della Sicurezza Interna ed ex capo dei servizi interni dello Shin Bet, Avi Dichter, e il ministro degli Interni Meir Sheetrit.
Sotto inchiesta per corruzione nell'ambito dello scandalo Talanski, il primo ministro e leader del Kadima Ehud Olmert ha annunciato in luglio che si sarebbe dimesso appena si conoscerà il risultato delle primarie. In base alla legge israeliana, il nuovo leader del partito di maggioranza avrà 42 giorni di tempo per formare un esecutivo, ovvero fino ai primi di novembre.
Se il nuovo leader del Kadima non riuscirà a formare una coalizione di governo, bisognerà indire nuove elezioni entro 90 giorni, che cadranno quindi nel marzo del 2009, un anno prima del previsto. In quest'ultimo caso, Olmert rimarrebbe come primo ministro ad interim e potrebbe cercare di portare avanti il negoziato con i palestinesi, anche se l'obiettivo fissato di un accordo entro la fine dell'anno appare molto difficile da raggiungere. Tuttavia se Olmert venisse incriminato nell'ambito dell'inchiesta in corso, è improbabile che possa continuare a guidare il governo. Dovrebbe probabilmente passare la mano al suo vice, ovvero alla Livni. Per il ministro degli Esteri si tratterebbe però di un regalo avvelenato: avrebbe pochi mesi a disposizione per consolidare la sua leadership e rischierebbe di venir sconfitta alle elezioni di marzo, dato che tutti i sondaggi prevedono una vittoria del partito di destra, il Likud di Benyamin Netanyahu.
Le primarie segnano una tappa importante anche per il futuro del Kadima stesso, il partito di centro la cui nascita nel novembre del 2005 ha messo fine al tradizionale dualismo fra Likud e Partito laburista. A fondare il Kadima fu l'allora premier Ariel Sharon, in rotta con i duri del Likud dopo aver condotto il ritiro unilaterale dalla Striscia di Gaza. Il nuovo progetto ottenne l'adesione di diverse personalità moderate del Likud, ma anche di indipendenti e diversi laburisti, primo fra tutti l'attuale presidente israeliano Shimon Peres.
Sharon fu però colpito da un'emorraggia cerebrale il 4 gennaio del 2006 e da allora si trova in stato di coma. Privo del carisma del suo fondatore, il Kadima vinse comunque le elezioni dei primi del 2006 sotto la guida del numero due del partito Ehud Olmert, anche se ottenne meno seggi del previsto, 29 su 120. La conduzione della guerra con il Libano, scoppiata quell'estate, fece poi precipitare Olmert nel gradimento popolare. Il conflitto portò ad un cambiamento di leadership in seno agli alleati di governo laburisti con l'uscita di scena di Amir Peretz e la vittoria di Ehud Barak. Diventato ministro della Difesa, Barak ha poi premuto fortemente per le dimissioni del primo ministro dopo che in maggio è scoppiato lo scandalo dei presunti finanziamenti illeciti versati a Olmert dal magnate americano Morris Talansky.