IL CAIRO – ''Il tempo gioca contro la pace''. Così il ministro degli Esteri, Franco Frattini (nella foto), in missione in Egitto, valuta la questione mediorientale. Parlando con i giornalisti dopo aver incontrato il presidente egiziano Hosni Mubarak, il titolare della Farnesina ha sottolineato come il futuro sia carico di incertezza e che ''non sappiamo cosa succederà'' nei prossimi mesi, ad esempio con il cambio dell'amministrazione statunitense.
''In questo momento siamo nella fase di 'wait and see', sia per la situazione politica in Israele, che attraversa un momento di transizione con la formazione del nuovo governo, sia perché in Palestina c'è una situazione simile, in cui il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, ha bisogno di essere sostenuto dalla comunità internazionale'' ha detto Frattini, per il quale ''è importante cercare di avere adesso punti fermi sul tavolo, di riaffermare la volontà politica, e la comunità internazionale deve anche sostenere Israele''.
Parlando sempre della situazione in Medio Oriente, il titolare della Farnesina ha evidenziato come ''l'Europa si renda conto che, con le prossime elezioni negli Stati Uniti e con l'evoluzione politica in corso in Israele, è necessario, in questi mesi, un suo sforzo ancora più forte''. Ma, ha proseguito, ''al tempo stesso l'Europa è convinta che i passi in avanti fatti finora non vadano buttati via e in questo sosteniamo molto lo sforzo del presidente Bush''.
Occorre inoltre ''coniugare un invito a Damasco a essere un attore positivo verso la pace e la stabilizzazione" con un'azione volta ad ''attenuare e ridurre quell'influenza dell'Iran che per l'Europa e l'Occidente è motivo di grande preoccupazione''.
Frattini ha anche elogiato ''la posizione dell'Egitto per il Medio Oriente'', che ''è una posizione esemplare a cui tutti dovremmo guardare'', ed ha parlato di ''moderazione, incitamento costante alla pace ed equilibrio'', sottolineando quelle che a suo giudizio sono le qualità della leadership egiziana e dello stesso rais, sempre con l'obiettivo di ''arrivare a un accordo tra israeliani e palestinesi''.
Il ministro degli Esteri ha poi commentato la vittoria riportata dal capo della diplomazia israeliana alle primarie del partito Kadima che si sono tenute ieri in Israele. ''Sono convinto che Tzipi Livni abbia doti di moderazione, equilibrio e capacità politica, e che sia una persona che vuole sicuramente la pace'' sono state le sue parole.
Auguri alla Livni sono arrivati dal capo della diplomazia egiziana Ahmed Abul Gheit, insieme all'auspicio che ''riuscirà a formare un governo e a porre Israele lungo la via che porta alla pace''.
Secondo Gheit, ''il problema israelo-palestinese ha un'opportunità di soluzione" ma ''il processo di pace deve avere come elemento essenziale'' che Israele ponga fine all'attività di costruzione degli insediamenti. "Non si può andare avanti con i negoziati e contemporaneamente con un'attività di costruzione molto intensa'', ha affermato il ministro degli Esteri egiziano. ''E' un fatto che si contraddice con gli sforzi per arrivare alla pace'', ha osservato ancora, ribadendo che esiste ''un'opportunità di pace in Medio Oriente, ma conta anche la presenza della volontà politica di realizzare la pace''.
Dal Cairo è infine arrivato un ''ringraziamento'' all'Italia per l'invito a far parte del gruppo di discussione globale, il cosiddetto 'Outreach', nel G8 del prossimo anno, che sarà presieduto dal nostro Paese. L'Egitto, ha detto Gheit, ''ha accolto con soddisfazione l'invito a partecipare alle riunioni''. E l'Egitto, attraverso il suo capo della diplomazia, si impegna anche ''ad aiutare l'Italia a realizzare gli obiettivi del vertice''.