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Crescono gli hospices in Toscana

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Crescono gli hospices in Toscana

AREZZO – “Hospice”, un termine è inglese dal significato unico e preciso: centro residenziale di cure palliative. Esso designa, quindi, una struttura sanitaria residenziale per malati terminali (soprattutto malati di cancro). Luogo d'accoglienza e ricovero temporaneo dove il paziente viene accompagnato nelle ultime fasi della sua vita con un appropriato sostegno medico, psicologico e spirituale affinché le viva con dignità, nel modo meno traumatico e doloroso possibile.

L’HOSPICE IN ITALIA E IN TOSCANA
In tutta Italia la cultura del dolore non è ancora adeguatamente diffusa, tanto che prevale l’opinione che il dolore sia in qualche modo un compagno inevitabile della malattia. Come tale, viene considerato troppo spesso una fatalità, un evento scomodo ma in qualche misura ‘normale’.
Secondo la Regione Toscana questo atteggiamento va superato sia culturalmente, sia attraverso la costruzione di una rete di strutture residenziali di cure palliative riservate ai pazienti affetti da patologie progressive, in fase avanzata e non più suscettibili di terapie volte alla guarigione. Gli hospices, appunto. Si tratta di servizi che vengono incontro alle esigenze di qualità della vita di persone che ne sono al termine e che per molte ragioni non possono trascorrere le ultime fasi nella propria abitazione. Esigenze complesse che hanno a che vedere con una serie di “perdite” e di paure progressive: ad esempio la destabilizzazione fino alla perdita dell’identità, anche a causa dell’alterazione dell’aspetto, la perdita dell’autonomia, del proprio ruolo all’interno della famiglia e della posizione sociale; la paura della morte, il senso di abbandono, l’inquietudine spirituale, l’incertezza riguardo al futuro, la difficoltà del controllo dei sintomi come il dolore.
Complessivamente ammontano a 18,3 milioni di euro, i finanziamenti destinati alla realizzazione di 176 posti letto entro il primo trimestre del 2009.
Alla nostra azienda sono stati destinati 275.000 € che, in gran parte andranno a finanziare la spesa per il personale dell'unico hospice attivo nella nostra provincia, quello realizzato nel 2003 presso l'ospedale del Valdarno (225.000€). Cinquantamila euro saranno invece utilizzati per l'apertura di due nuovi posti letto presso l'ospedale di comunità di Foiano, dove, tra l'altro, l'azienda sanitaria ha già impegnato 700 mila € destinati alla ristrutturazione complessiva della struttura (640.000€ opere murarie e 60.000€ per cablaggio).
"Si tratta di un nuovo passo in avanti – afferma Monica Calamai, direttore generale dell'azienda sanitaria aretina – verso la costruzione di una rete di servizi dedicati alla cura dei malati terminali. Una rete che entro il 2009 vedrà crescere le nostre possibilità di risposta fino ad 11 posti letto. Sei nuovi posti letto sono infatti previsti ad Arezzo (2), in Valtiberina (2) e in Casentino (2).

I 4 ANNI DI ESPERIENZA ALLA GRUCCIA
Inaugurato nell’estate del 2003, quello del Valdarno è stato uno dei primi Hospice della Toscana e l’attività svolta al suo interno ha rappresentato un punto di riferimento essenziale per le decisioni assunte oggi della Regione. Esaminando gli ultimi tre anni di attività (2004 –2005 – 2006) si registrano 119 accessi. Di questi 84 sono deceduti dentro la struttura.
Lo specifico di ogni anno vede 37 pazienti nel 2005 (con 30 decessi e una permanenza media di 15,59 giorni), 33 nel 2006 (21 deceduti e una permanenza di 21,48 giorni), e 49 nel 2007 (33 deceduti e una permanenza di 16,6 giorni).
Ma aldilà dei numeri, ciò che conta è l’attività e l'organizzazione dell’hospice, per garantire una risposta unica nel suo genere per una struttura di tipo sanitario. L’Hospice è una struttura appositamente studiata per garantire al paziente ed ai suoi familiari un ambiente riservato e assistito quando la morte è ormai inevitabile. Non tutti hanno la possibilità di assistere un malato terminale in casa propria, ed è davvero straziante e forse anche poco civile, quando la morte arriva in una corsia di ospedale, magari nella stessa stanza dove ci sono altri pazienti.
La struttura di Hospice della Gruccia è articolata in tre miniappartamenti. Ognuno si compone di una camera attrezzata, di un soggiorno-cucina e di un bagno: sono locali molto ampi in grado di ospitare molte persone, anche più di dieci.
Ma non si tratta solo di una ospitalità alberghiera, bensì di un vero e proprio Centro Residenziale per le Cure Palliative, con tutta l’assistenza medica ed infermieristica, ma anche sociale e spirituale, necessaria a mantenere la miglior qualità possibile della vita residua fino alla fine. “L'obiettivo primario – afferma Piedomenico Maurizi, responsabile nella usl delle cure palliative – è quello di curare anche quando non si può guarire, cercando in tutti i modi di dare “vita ai giorni” piuttosto che “giorni alla vita”, assicurando al contempo la maggior dignità possibile a quella vita che si sta avviando al termine.”