FIRENZE – Due italiane, stessa famiglia, stesso trono: Caterina e Maria de' Medici, prima regine di Francia portatrici di orizzonti culturali inediti, quindi energiche reggenti del regno quali madri di numerosi re bambini. Due donne al potere, entrambe controverse ed emblematiche, che hanno marchiato un secolo di storia d'Europa. Quattrocento anni dopo, Firenze ne celebra il mito riportandole idealmente nella loro città d'origine attraverso la mostra 'Caterina e Maria de' Medici: donne al potere', dal 24 ottobre all' 8 febbraio, che prende spunto dalla recente ricomposizione di una straordinaria serie di arazzi monumentali esposti a Parigi nella Galleria dei Gobelins nel Castello di Chambord.
Si tratta delle quindici spettacolari opere (tutte di altezza prossima aicinque metri) dedicate alla leggendaria regina Artemisia. Ne fu proposto il progetto a Caterina, vedova di Enrico II, dopo l'inizio della reggenza (1560), per glorificare, con il re defunto, la dinastia dei Valois. Il capostipite dei re Borbone Enrico IV ('Parigi val bene una messa') la volle realizzata oltre 40 anni dopo, alla fine delle sanguinose guerre di religione,per celebrare la nuova consorte Maria de' Medici senza risparmio di ori e fili tra i più preziosi.
Caterina de' Medici (1519-1589) era, come noto, figlia di Lorenzo duca d'Urbino e di Maddalena de la Tourd'Auvergne, ovvero pronipote di Lorenzo il Magnifico e nipote di papa Clemente VII. Maria(1575-1642) apparteneva invece a un ramo diverso della famiglia, essendo figlia del Granduca Francesco I dei Medici e di Giovanna d'Austria.
La vicenda narrata dagli arazzi cui entrambe sono legate ha origine nel poema epico Histoire dela Royne Arthémise, composto nel1561-1562 da Nicolas Houel, 'farmacista' parigino, collezionista e poeta dilettante. Per rendere omaggio alla reggente Caterina de' Medici, Houel fuse in un unico racconto la vita di due Artemisie d'antan, entrambe regine della Caria, regione dell'odierna Turchia. Tempra guerriera, alleata deipersiani contro i Greci, la prima partecipò alla battaglia di Salamina nel 480 a. C. L'altra visse invece un secolo dopo: vedova del re Mausolo, in sua memoria fece erigere adAlicarnasso (l'attuale Bodrum) il celebre Mausoleo, una delle sette meraviglie del mondo.
Artisti importanti (il più noto fu Antoine Caron) illustrarono il testo di Houel con i disegni (53 sono ancora conservati nella Bibliothèque de France e al Louvre) da cui si dovevano trarre i cartoni per tessere gli arazzi. Ideati per la vedova di Enrico II, celebrarono invece Maria de' Medici, nel 1600sposa a Enrico IV che aveva ripudiato la prima moglie (lareine Margot, figlia di Caterina) incapace di dare un erede al trono di Francia
Gli arazzi furono tessuti a Parigi nella manifattura di faubourg SaintMarcel, che si trovava nel quartiere dei Gobelins. Fu fondata dallo stesso Enrico IV e affidata a due arazzieri fiamminghi, François de La PlancheeMarc de Comans. Per omaggiare la consorte, il re fece aggiungere nuovi episodi, per la maggior parte illustrati dai disegni di Henry Lerambert. Ma essendo ancora in vita (morirà nel 1610), omise la parte del mito relativa alla devozione di Artemisia per il marito defunto (funerali e costruzione del Mausoleo). Volle invece inserito e ampliato il tema della guerra e delle vittorie, in virtù del mutato clima politico caratterizzato soprattutto dall'esaurirsi delle guerre di religione che avevano insanguinato la Francia.
A testimoniare la passione della regina per i sortilegi (e i rapporti con Nostradamus) ecco anche il suomisterioso talismano astrale. Riferibili a Maria sono invece un cammeo con leeffigi della coppia reale (dal Louvre), una piccola tela raffigurante un loro banchetto all'aperto e una lettera che Maria inviò, con un beneaugurante disegno di neonato, alla sorella Eleonora per la nascita del primo figlio.
Nella sezione Restituzione di Artemisia al mitola mostra presenta infine otto dipinti (due provengono dagli Stati Uniti) di altrettanti artisti italiani del Seicento: Francesco Curradi, Girolamo Forabosco,Cesare Dandini, Domenico Fetti,Gian Gioseffo Dal Sole, Bernardino Meie Francesco Cairo. Le opere hanno di particolare che sono tutte relative a unascena tanto drammatica e teatrale, quanto assolutamente privata. Si tratta dell'episodio in cui Artemisia, sullo sfondo del Mausoleo, beve le ceneri del marito mischiate alle proprie lacrime, divenendo così sepolcro vivente dell'adorato consorte.
Articlolo scritto da: Adnkronos