Comune e Asl 8 tornano in strada contro gli abusi dell’alcol tra i giovani. “Saremo a Circù e per le strade del centro con il progetto Happy Street – ricorda l’assessore alle politiche giovanili, Lucia De Robertis. Sabato, dalle 20.30 alle 23.30 la ‘postazione’ sarà all’Anfiteatro Romano. Non ci saranno soltanto gli operatori del progetto ma anche un esperto del Dipartimento Prevenzione della Asl 8 per offrire tutte le informazioni utili sull’uso ma soprattutto sull’abuso di alcol. E sarà anche possibile fare la ‘prova palloncino’. Contemporaneamente due operatori di strada saranno per le principali vie del centro per entrare in contatto con i giovani. Infine da piazza Guido Monaco, di fronte a Informagiovani, partiranno i mezzi del progetto Disco Taxi che consentiranno ai giovani di recarsi in discoteca in piena sicurezza”.
Il Comune intensifica le sue azioni sul tema della prevenzione degli abusi di alcol.
L’assessore De Robertis ricorda le cifre rese recentemente note dalla Asl 8: in Italia muoiono ogni anno 3.000 giovani. In Europa 55.000. L’alcol è la principale causa di morte tra i giovani. Tra i cosiddetti alcoldipendenti, l’1% ha meno di 16 anni e il 10% ha tra i 19 ed i 29 anni. Sono le “nuove leve” dell’esercito sempre più grande degli alcolisti. Quelli a carico del Servizio Sanitario Nazionale sono 54.000 ma la Società italiana di alcologia stima che i soggetti a rischio, nel nostro paese, sono 3.500.000. Di questi almeno 700.000 hanno meno di 16 anni.
“Queste cifre – commenta Lucia De Robertis – aiutano a capire come si sia di fronte a un problema enorme e trasversale. Soluzioni importanti ma non certo definitive sono quelle sul piano della sicurezza. Le leggi impediscono la vendita di alcol e anche recentemente era stata realizzata dal Comune di Arezzo, insieme alle categorie economiche, una campagna per ricordare i divieti che interessano i minori di 16 anni. E il Sindaco Fanfani aveva emesso un’ordinanza per vietare la vendita di bottiglie dopo le nove di sera. L’amministrazione s’impegnerà ulteriormente, con la polizia municipale, per controllare il rispetto di leggi e ordinanze. Chiediamo la collaborazione agli esercenti affinché il rispetto sia totale. Ma non possiamo nasconderci dietro la ‘forma’. È infatti evidente che una ragazzina può farsi comprare la bottiglia da un amico più grande o addirittura prenderla in casa”.
È bene ricordare che anche ubriacarsi una sola volta alla settimana rappresenta un comportamento a rischio per la propria salute e potrebbe esserlo anche per gli altri. L’abuso di alcool è di moda, consente di liberare i “freni inibitori” e di sentirsi più grandi.
“Questi i motivi che risultano dai numerosi questionari e dati in nostro possesso – commenta Lucia De Roebrtis. Il luogo dove probabilmente di può fare di più è la famiglia. Principalmente mettendo fine a vecchi modelli culturali per i quali l’alcol non assume una valenza negativa. E, in ogni caso, l’illusione che possa essere tenuto sotto controllo. Così non è, e l’alcolismo è una vera e propria dipendenza.
Luogo importante è anche la scuola all’interno delle cui attività potrebbero essere inseriti programmi e progetti per ricordare gli effetti dell’alcol e per chiarire il rapporto tra uso e consumo senza alcun atteggiamento proibizionista ma anche senza atteggiamenti permissivi e superficiali”.
Il Comune di Arezzo è quindi disponibile a farsi promotore di un’azione che possa mettere in rete tutti i soggetti interessati per definire ulteriori azioni congiunte. E questo nella consapevolezza che non ci sono soluzioni dietro l’angolo e che siamo di fronte ad un problema sociale per la cui soluzione non esistono scorciatoie.