AREZZO – Lunedì 14 maggio, alle ore 21,15 presso la sede Ascom-Confcommercio di via XXV Aprile 12 prima convocazione ufficiale per i quasi ottocento operatori immigrati, titolari in provincia di imprese di commercio, turismo e servizi
Lunedì 14 maggio alle ore 21,15 la Confcommercio della provincia di Arezzo ha convocato presso la sua sede (via XXV Aprile 12 – Arezzo) tutti gli operatori stranieri titolari di imprese del terziario in provincia. L’intento dell’associazione di categoria è gettare le basi per costituire un vero e proprio ‘sindacato provinciale degli imprenditori stranieri di commercio, turismo e servizi”.
“L’iniziativa” spiega il direttore della Confcommercio aretina Franco Marinoni “poggia su due presupposti di base. Il primo è che senza rispetto delle regole non c’è integrazione, nel senso che gli imprenditori stranieri debbono rispettare tutte le stesse regole che sono imposte agli italiani nella gestione delle loro attività. Il secondo è pero che, una volta ottenuto il rispetto delle regole, gli imprenditori stranieri devono avere le stesse opportunità e le stesse tutele di quelli italiani. E il nuovo sindacato che si costituirà ad Arezzo in seno alla Confcommercio serve proprio a questo: garantire il rispetto delle regole e fornire tutela sindacale.”
Ad Arezzo gli operatori provenienti da altri Paesi rappresentano ormai il 6% delle imprese del terziario. Sono quasi ottocento, una piccola schiera di commercianti, ristoratori, agenti immobiliari, esperti informatici e consulenti d’azienda, tutti con una cosa in comune: da stranieri hanno scelto l’Italia, anzi la nostra provincia, per cambiare vita e fondare la loro impresa. Adesso, grazie all’impegno della Confcommercio di Arezzo avranno uno strumento in più per diventare parte integrante del sistema economico locale.
“Gestire un’impresa in un Paese diverso da quello di origine può aggiungere altre difficoltà a quelle comunque esistenti per qualsiasi attività” prosegue Marinoni. “Per questo ci sembrava opportuno trovare un coordinamento fra i titolari stranieri”.
“Siamo convinti che anche per loro la nostra Associazione, a cui aderiscono oltre settemilacinquecento imprese in tutta la provincia e circa un milione in Italia, possa rappresentare un valido strumento di tutela e rappresentanza sindacale”.
Franco Marinoni,
direttore Confcommercio Arezzo
“L’iniziativa poggia su due presupposti di base. Il primo è che senza rispetto delle regole non c’è integrazione, nel senso che gli imprenditori stranieri debbono rispettare tutte le stesse regole che sono imposte agli italiani nella gestione delle loro attività. Il secondo è pero che una volta ottenuto il rispetto delle regole, gli imprenditori stranieri devono avere le stesse opportunità e le stesse tutele di quelli italiani. E il nuovo sindacato costituito ad Arezzo dalla Confcommercio serve proprio a questo: garantire il rispetto delle regole e fornire tutela sindacale.”
Babou Kamara (Senegal), ristoratore – Arezzo
“Il progetto di un sindacato di imprenditori stranieri nasce dalla necessità impellente di organizzare una realtà che ha sempre più peso in provincia di Arezzo, al terzo posto in Toscana in termini di presenza stranieri dopo Firenze e Prato. Oltretutto se gli stranieri arrivano a “mettersi in proprio” significa che siamo arrivati ad un livello importante di integrazione. Credo che sia un’iniziativa importante anche per gli operatori italiani: i contrasti non servono a nessuno. Nel sindacato si chiederà il rispetto delle regole e si forniranno strumenti di supporto alle aziende”.
Fu Bao Tien (Cina), medico chirurgo specializzato in agopuntura – Arezzo
“L’esigenza d’integrazione fra la comunità italiana e cinese non è più rinviabile, anche se esistono differenze di lingua e di mentalità che a volte sembrano invalicabili. È uno sforzo comune che l’iniziativa del sindacato di Arezzo contribuisce ad avviare. Arezzo può diventare a livello nazionale l’esempio di un nuovo rapporto tra le nostre comunità in ambito economico. Tra l’altro qui non esistono zone in cui vivono e lavorano solo cinesi come nelle grandi città e questo può facilitare l’obiettivo”.