Home Attualità Settore orafo: tre poli, una soluzione

Settore orafo: tre poli, una soluzione

0
Settore orafo: tre poli, una soluzione

AREZZO – Arezzo, Vicenza e Valenza collaborano ad un progetto internazionale con il Portogallo. Lo fanno nel quadro dell’iniziativa Comunitaria Equal per sostenere i distretti orafi.
I protagonisti sono CNA Arezzo, Associazione Artigiani di Vicenza, CNA di Valenza, Fo.Ar. della Camera di Commercio di Arezzo, da Tolomeo Studi e Ricerche ed Ente di formazione I.RI.GEM.
“Il progetto – annuncia Walter Ferracci, coordinatore nazionale orafi Cna – intende promuovere la cooperazione tra gli operatori dei tre grandi distretti orafi italiani e le istituzioni associative e culturali per sviluppare interventi di riqualificazione formativa dei dipendenti del settore orafo. Un progetto che nasce della consapevolezza di dover fare rete per affrontare le sfide poste dalla competizione internazionale e le minacce di declino del comparto produttivo”.
I rischi di espulsione dal mercato del lavoro per il comparto orafo sono riconducibili alla grave crisi che ha colpito dopo il 2001 l’industria orafa italiana, prima nel mondo per valore di produzione ed esportazione sino a qualche anno fa.
Obiettivo del progetto è contrastare la sempre più evidente fragilità del settore orafo costituito prevalentemente da piccole imprese – industriali ed artigiane – e controllare i rischi di espulsione dal lavoro collegati a tale fragilità.
“Puntiamo quindi – afferma Ferracci – a sviluppare una rete di relazioni tra le aziende dei diversi distretti orafi italiani in modo da – favorire lo scambio di buone prassi e innovazioni; da gettare le basi per l’elaborazione di un sistema di certificazione delle professionalità attraverso la creazione di una mappa di competenze riconosciute; da- sviluppare e sperimentare la metodologia innovativa della formazione a distanza”.
Sulla base dei fabbisogni formativi espressi dagli imprenditori e delle competenze professionali emerse e riconosciute, verranno formulati piani formativi mirati da un lato alle nuove esigenze del comparto, e dall’altro alla riconversione delle competenze dei lavoratori già espulsi.