AREZZO – Sabato 22 dicembre: sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori del terziario, della distribuzione e dei servizi. In Toscana si terrà una manifestazione a Firenze alla quale i lavoratori aretini del settore prenderanno parte raggiungere il capoluogo toscano con pullman messi a disposizione dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil. I pullman partiranno alle 8 da via Monte Cervino, di fronte alla sede della Camera di Lavoro di Arezzo e toccheranno anche il Valdarno dove al casello autostradale raccoglieranno i lavoratori della vallata. La manifestazione di Firenze sarà alle 10.30 in piazza Strozzi ed interverrà Ivano Corraini, Segretario nazionale Filcams.
“Lo sciopero – dichiarano Filcams, Fisascat e Uiltucs – è stato indetto a causa della totale assenza di dialogo con Confcommercio, la quale effettua “esternazioni” sulla stampa anziché sedersi al tavolo di trattativa”.
Gli elementi di contrasto continuano a rimanere molti. Orari di lavoro: “Confcommercio vuol avere mano libera sui tempi di vita e di lavoro delle donne e uomini che lavorano nel commercio, ovvero vieni a lavorare quando c’è bisogno – oggi puoi lavorare 10 ore domani 4 e poi si vede di volta in volta. Il sindacato non è disponibile a lasciare che il tempo di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori sia deciso unilateralmente e individualmente dalle imprese. Occorre conciliare le rispettive esigenze, cosa che è stato fatta da trent’anni a questa parte”.
Aumenti salariali: “Confcommercio non ha mai avanzato proposte, salvo dire che i costi devono essere recuperati in qualche modo. Vi sono poi aziende che decidono di elargire “30 danari” ai propri dipendenti quale anticipo sui futuri aumenti, cercando così di rompere il fronte dei lavoratori”.
Secondo Filcams, Fisascat e Uiltucs “in gioco non ci sono solo i soldi ma ben altro: il contratto collettivo nazionale di lavoro che oggi definisce diritti e tutele per tutti i lavoratori dalle piccole alle grandi imprese e forse è questo che la controparte vuole smantellare”.
Lo sciopero di sabato segue quello del 17 novembre che ha registrato un’alta adesione con punte del 90% “e questo nonostante che in molte parti d’Italia si siano registrate pressioni sui lavoratori, in modo particolare sui giovani”.