Home Attualità Progetto per l’occupazione dei soggetti in situazione di disagio

Progetto per l’occupazione dei soggetti in situazione di disagio

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AREZZO – In una "società liquida", come i sociologi definiscono quella attuale, diventa crescente la difficoltà delle persone colpite da disagio, sia esso legato all’immigrazione, alla disabilità, alla tossicodipendenza, alla detenzione, alla disoccupazione e all’assenza di una dimora stabile, a trovare un lavoro. Dal vertice di Lisbona del ’97 l’Unione Europea ha dato un preciso input in merito al modello di welfare del futuro: meno assistenzialismo, più promozione, attraverso leggi e forme di sostegno da stabilire caso per caso. Per questo il Fondo sociale europeo ha promosso la progettazione EQUAL, all’interno della quale è stata programmata l’idea di Extreme, che prevede percorsi sperimentali di occupabilità per situazioni di disagio estremo, attraverso la creazione di condizioni favorevoli all’inserimento o al reinserimento lavorativo dei soggetti più deboli e più svantaggiati nel mercato del lavoro. Extreme prevede un forte raccordo tra soggetti tradizionalmente impegnati nella promozione sociale e nell’assistenza, come la Caritas Italiana, e organizzazioni sindacali e d’impresa, come Cisl e CNA, il tutto collegato con quelle istituzioni che si occupano sia di politiche sociali che di formazione professionale e lavoro, come la Provincia. Fondamentale lo studio che è stato fatto sulla popolazione del territorio provinciale aretino, a cura di Benedetta Peruzzi, per individuarne caratteristiche e disagi e poter così intervenire come prevedono le indicazioni dell’Unione Europea. Per poter fare tutto questo è stato organizzato il seminario di oggi, venerdì 14 settembre, presso la Sala dei Grandi della Provincia di Arezzo, che prende il titolo dal progetto originario, Extreme, e che serve come punto di partenza per realizzare, di concerto con i vari soggetti interessati, l’inclusione lavorativa dei soggetti maggiormente svantaggiati, frutto di una società liquida alla quale corrisponde una, quasi, immobilità socio-economica. "L’impegno di CNA" afferma Rossella Sorini, imprenditrice "è molto importante proprio perché la piccola impresa artigiana in questo modo diventa non solo sensibile ai temi della responsabilità sociale, ma assume anche il ruolo di soggetto attivo per l’inclusione nella società, come noi la conosciamo e riconosciamo, dei soggetti maggiormente svantaggiati". Ribadisce Barbara Bennati, responsabile Area Politiche sociali di CNA Arezzo: "Il senso del progetto Extreme è quello di creare, sul territorio, una rete operativa tra la Caritas diocesana e le opportunità di formazione e impiego delle imprese artigiane. Ed è per questo che abbiamo ritenuto utile aprire un confronto con le istituzioni pubbliche, in primis con la Provincia di Arezzo che, rispetto a queste problematiche, è particolarmente sensibile e attiva, per verificare la possibilità di proseguire questa positiva sperimentazione". Il progetto Equal Extreme è stato articolato in una fase iniziale di attento studio dei livelli d’indigenza sul territorio italiano che ha evidenziato come la povertà sia un elemento di esclusione sociale che può determinare non soltanto precarietà economica ma anche altre problematiche quali la deprivazione culturale e la marginalità, dalle quali scaturiscono solitudine e carenza di legami familiari e sociali. Nelle fasi successive del progetto, sono stati sostenuti una ventina di colloqui presso la Caritas di Arezzo, durante i quali, oltre a conoscere le abilità lavorative, è stata focalizzata l’attenzione anche sul carattere, gli interessi e gli hobby dei selezionati che avrebbero partecipato, elementi risultati poi determinanti al momento della loro collocazione nelle aziende. Nella provincia di Arezzo sono stati coinvolti una ventina di tirocinanti e di aziende e sono stati attivati sei tirocini soprattutto per donne dai 24 ai 36 anni, generalmente con un titolo di studio di scuola media inferiore, senza precedenti esperienze lavorative o provenienti da lavori con bassa qualifica e con problemi di disoccupazione prolungata. "Strategico" dice Mirella Ricci, vicepresidente della Provincia di Arezzo e assessore alle Politiche sociali "è l’obiettivo della promozione della coesione sociale degli individui e delle famiglie mediante la costituzione di reti capaci sia di attivare forme di solidarietà intergenerazionale sia di valorizzare lo scambio sociale. L’impegno della Provincia, quindi, è quello di potenziare soluzioni innovative a sostegno dell’occupabilità dei soggetti fragili assicurando l’adozione di approcci integrati e l’implementazione dei parternariati locali già presenti". Parole confermate da Alessandra Dori, sua collega alla Formazione professionale e Lavoro: "Le finalità del progetto Equal Extreme incontrano perfettamente quelle della Provincia di Arezzo di promuovere occasioni e percorsi d’inserimento lavorativo e di emancipazione sociale per soggetti provenienti da situazioni ed esperienze di difficoltà e di emarginazione. Garanzia di un corretto e duraturo inserimento lavorativo e sociale è la presenza sul territorio di una rete di attori che lavorano in stretto accordo tra loro e che condividano obiettivi, strategie e strumenti. Questa è l’ottica con cui vorremmo e dovremmo continuare a lavorare, anche nel nostro territorio".