AREZZO – La sanità ancora al centro dell’attenzione e del dibattito, spesso delle polemiche, in tutta la Provincia di Arezzo, ed in particolare, in questa fase, in Casentino
Troppo spesso si reagisce contro chi pone problemi con l’accusa dì demagogia, di strumentalizzazione, di cassandrismo immotivato. Ma i problemi dei servizi sanitari in Casentino si stanno progressivamente aggravando. E forse sarebbe il caso di andare oltre le polemiche e fare in modo che tutte le istituzioni affrontassero seriamente il problema, se non altro per dare risposte chiare a tutti i cittadini, e per conoscere realmente quale futuro ci aspetta in questa vallata già sacrificata da troppi disservizi e da una crisi economica che fatica a far intravedere imminenti riprese.
Già nel mese di novembre, in Consiglio Provinciale, abbiamo posto il problema delle inadempienze della Conferenza dei Sindaci provinciale, senza avere avuto risposta. Ed oggi assistiamo a scelte regionali, e quindi aziendali, che riducono personale e servizi, tagliano i finanziamenti, in un preoccupante silenzio delle istituzioni. Non solo i Sindaci non hanno dato le direttive, non esercitando le doverose e importantissime funzioni di indirizzo, verifica e valutazione, che loro competono, ma conseguentemente non hanno mai approvato il PAL (Piano Attuativo Locale) che è l’unico strumento che permette ai Comuni di valutare la programmazione ed incidere su di essa. Ci risulta, tra l’altro, che da anni il PAL non viene presentato e discusso.
Ma allora di quale sanità stiamo parlando? Come svolgono i Sindaci i loro compiti di indirizzo e di controllo?
In Casentino, poi, con la istituzione della Società della salute (come era facile prevedere) si è perso completamento il controllo della politica sanitaria e si assiste una preoccupante assenza ed inattività dei Comuni
I cittadini si trovano con ticket più pesanti, con servizi di analisi, o di visite specialistiche e diagnostiche portate ad Arezzo e con tempi di attesa sempre più lunghi, l’Ospedale, ora che la struttura è completata, non è chiaro che funzioni avrà e che ruolo potrà avere nell’ambito del futuro sistema ospedaliero provinciale. Si dice che entro l’estate se ne andranno due primari, che l’ostetricia è stata accorpata con chirurgia, che la chirurgia è diventata programmata, contrariamente agli impegni. Non si respira, certo, quell’aria di entusiasmo che dovrebbe caratterizzare l’inaugurazione delle nuove strutture.
Preoccupa questa assenza di chiarezza sulle prospettive.
Il PDCI chiede ai comuni del Casentino azioni forti nei confronti della Regione e della ASL per ottenere in tempi brevi un piano attuativo credibile di tutti i servizi sanitari e socio-sanitari, sul quale potersi confrontare. E’ una pretesa doverosa perché prevista dalla legge, finora rimasta inosservata.
Chiede un impegno comune di tutte le forze politiche su obbiettivi condivisi, perché la sanità non è prerogativa di maggioranze o minoranze, ma è un servizio che dobbiamo garantire a tutti i cittadini, in modo efficiente e sostanzialmente gratuito. Non vorremmo assistere ad una americanizzazione occulta e di fatto di un sistema sanitario che fino ad oggi era considerato tra i migliori.
Per il PdCI questo è un impegno prioritario. Ci auguriamo che lo sia per tutte le forze politiche.
Qualora continuasse questa passività istituzionale ci faremo carico di rivolgerci direttamente ai cittadini, alle forze più attente della società, ai sindacati, alle associazioni, per non subire scelte che potrebbero diventare devastanti per il nostro sistema sanitario pubblico
Articlolo scritto da: FONTE: Giorgio Renzi-Capogruppo dCI