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Paolo Alberati ringrazia tutti e guarda avanti, per ripartire

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Paolo Alberati ringrazia tutti e guarda avanti, per ripartire

Duecentosettanta, Incredibile ma tante sono state le mail arrivate o i messaggi lanciati nei forum per incoraggiarmi per una pronta ripresa.
Mi hanno appena dimesso dal Policlinico Silvestrini di Perugia e appena ho aperto il mio PC ho trovato la piacevole sorpresa: messaggi a raffica!
Risponderò a ciascuno, personalmente, ve lo assicuro: tanto ora di tempo ne ho.…..

Ma tramite la grande famiglia del web già da subito ne approfitto per dirvi un GRAZIE grande così a tutti quanti: mi avete fatto sentire stimato e ben voluto, in un momento molto difficile per me.
Quando conta insomma. Grazie.
Alla Nove Fossi non sono caduto rovinosamente, no, da quella corsa non ne esco con le ossa rotte ed il torace perforato sino al polmone, ma ne esco piuttosto con la piacevole sensazione di essere apprezzato come amico. Da tanti sportivi: questa è la più bella vittoria che potessi ottenere nella vita.

Dicevamo che sono appena rientrato dall'ospedale, e lì ne ho viste di stelline…
Clavicola, scapola e tre costole rotte e poi una di queste che mi ha perforato la pleora del polmone e così mi hanno dovuto ricoverare d'urgenza da domenica sera 29 aprile e operarmi per applicare un tubo di drenaggio che permettesse al torace di liberarsi dell'aria fuoriuscita dal polmone ed a quest'ultimo di ricominciare a lavorare a dovere.

Michele Andreani (detto il "gueriero") è stato il biker che si è fermato a soccorrermi al suo passaggio: “So che tu lo avresti fatto per me” mi ha detto…
Tantissimi (quasi tutti quelli che passavano tra cui ovviamente i miei compagni di squadra e Simone Tronconi per primo) mi hanno chiesto se volevo assistenza, ma io ho preferito, con un sorriso un pò tirato, non chiedere aiuto a nessuno e lasciarli correre veloci: del resto stavo male sì, ma non ero in pericolo di vita e ho profondo rispetto per la prestazione in gara di ognuno.
Poi ci hanno pensato i ragazzi della Croce Rossa di Cingoli, insomma gli "angeli" dell'organizzazione, prima con la moto enduro attrezzata da mezzo-ambulanza che mi ha soccorso, medicato e immobilizzato la spalla frantumata, poi con la vera e propria ambulanza che mi ha scortato sino al locale Pronto Soccorso, addirittura a 100 metri dal traguardo della corsa.
E che corsa…!
Il sig. Marchegiani dell'Organizzazione mi è stato vicino durante e dopo il mio incidente.
Sono grato a tutti i ragazzi della Nove Fossi di Cingoli: se tanto prima o poi dovevo cadere e farmi male, sono stato fortunato a farlo proprio lì!

Poi "Danielino" Cardinali, anche lui in corsa a Cingoli, mi ha riaccompagnato in auto nel dopogara sino a casa e poi all'Ospedale di Perugia.
Qui il dott. Costanzo Fedeli (lo pneumologo) e il dott. Massimo Massarella (l'ortopedico) mi hanno prima salvato la vita, poi dato fiducia (e tolto dolore con massicce dosi di antidolorifico: GRAZIE!) e infine dato i tempi (brevi) della ripartenza: tra venti giorni torno a pedalare.
L'appassionatissimo e bravo prof. Carlo Fabbri mi seguirà nel riavvicinamento e poi nella ripresa degli allenamenti.

Riparto oggi con passeggiate a piedi e poi Rotopress Tension nella mia palestra per tenere il tono muscolare e mantenere il peso giusto, poi più avanti si penserà alla bici.
Sì tranquilli, sto bene e, pur senza fretta e con la testa sulle spalle, mi sa che mi toccherà ripartire più veloce e forte di prima!
E ci vuole poco! direte…

Sicuramente nei miei ringraziamenti ho dimenticato qualcuno (e ne chiedo venia…), ma non posso chiuderli prima di raccontarvi di due telefonate: quella di un Campione (con la C maiuscola) del Mondo della bici, Massimo de Bertolis che mi ha chiamato per farmi coraggio.
E poi quella di un Campione (anche lui con la C maiuscola) del Coraggio: "Riccardino" Magro, il biker elbano che era rovinosamente caduto nel giorno della mia vittoria nella Gran Fondo del Castello di Monteriggioni, a cui il venerdì precedente alla mia caduta ero proprio stato a fare visita al Cto di Firenze per fargli forza.
Riccardino per quella caduta è stato in coma, poi in rianimazione, poi ha subito tre interventi e ancora sta lottando quotidianamente nella palestra del centro ortopedico del Policlinico di Firenze per tornare forte e veloce nel camminare prima e poi nel pedalare.
Lui insomma mi ha richiamato per farmi forza: capite cosa può essere significato per me…!?!

Sono fortunato ragazzi, siamo fortunati tutti noi ad appartenere a questa grande famiglia che è la mountin bike italiana. Magari ci sono anche i "cattivi", ma quelli sono proprio in minoranza eh!
Per la maggior parte siete, siamo, credo persone perbene.
Ah dimenticavo, un ultimo ringraziamento al Buon Dio che mi ha concesso un'altra possibilità, di tornare a pedalare, insieme a voi e a tutti i miei spettacolari compagni di squadra del Kona Top Race Banelli.
Grazie di cuore, ci vediamo presto.

Paolo Alberati

KONA TOP RACE BANELLI