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Nasce il Comitato per la Conservazione della Piazza

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Nasce il Comitato per la Conservazione della Piazza

AREZZO – Il Comitato X piazza Grande nasce dall’iniziativa di un gruppo di cittadini che intendono contestare la progettazione e l’esecuzione dei lavori che l’Amministrazione Comunale prevede per questa Piazza.
Piazza Grande ha rappresentato, rappresenta, e vogliamo continui a rappresentare, il cuore antico della città di Arezzo. La piazza mostra, nella sua organicità, la stratificazione storica, artistica e culturale che segna l’identità cittadina.
Il Comitato, dopo aver visionato i documenti del progetto esecutivo, ritiene che l’intervento sulla pavimentazione di piazza Grande sia troppo invasivo e debba assolutamente privilegiarsi l’opzione che mira massimamente al restauro e alla conservazione, sicuramente possibili e in linea con la politica di salvaguardia del patrimonio artistico promossa dal Ministero dei beni culturali e dall’Unione Europea (ved. D.lgs 137/2002, art. 29, 1-5; Codice dei beni culturali e paesaggistici, aggiornato al 2004). Tale politica sceglie la conservazione e il restauro in virtù di una tutela del patrimonio artistico come detentore dell’identità locale.
Il progetto presentato dall’Amministrazione prevede il rifacimento con materiale lapideo nuovo per il 70% del perimetro in pietra. Tale operazione porterebbe ad una omologazione con interventi già eseguiti in altre zone della città (ved. per esempio Corso Italia, piazza San Francesco, piazza San Domenico) facendo così perdere la specifica caratterizzazione relativa alla pavimentazione esistente che costituisce parte integrante e indissolubile del contesto architettonico.
Ad Arezzo gli interventi di rifacimento sulle piazze storiche hanno snaturato quel continuum fra i monumenti, la città e i cittadini e conducono progressivamente ad una perdita dell’identità locale e di una parte integrante del patrimonio artistico italiano.
Piazza Grande rimane l’ultimo e il più importante luogo di incontro, testimonianza dei passaggi stilistici di una tradizione artistica e simbolo fondante per la storia e l’identità di questa città.


Perdere questa identità sarebbe rinunciare ad una parte importante, anzi costitutiva, di noi stessi, di quello che gli italiani sono, per esserlo diventati nel corso dei secoli (S. Settis, Italia S.p.A, L’assedio al patrimonio culturale, Einaudi, Torino 2002, p. 11).