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Interogazione di Leopoldo Pompili sulla sanità in Valdarno

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AREZZO – Interrogazione presentata in consiglio provinciale dal capogruppo Leopoldo Pompili sulla sanità in Valdarno.

Al Signor Presidente della Provincia di Arezzo

Al Vice Presidente ed Assessore competente

Come noto, da tempo, si rincorrono voci, più o meno allarmistiche, sul futuro del monoblocco di Santa Maria alla Gruccia, l’ultima delle quali, in ordine di tempo, prevederebbe il declassamento di tale ospedale da Presidio a Stabilimento.

Qualora questo si verificasse potremmo, o debbo dire assisteremo, al progressivo annichilimento della struttura in questione con la scomparsa delle Unità Operative e la conseguente nascita delle Sezioni aggregate ad Arezzo.

Come effetto cascata si potrebbe verificare una drastica riduzione delle attività terapeutiche, ricordo a tele proposito che la chirurgia toracica e vascolare sono già scomparse da due anni , la radiologia, l’ endoscopia e l’endocrinologia stanno già riducendo la loro operatività, pertanto potremmo porci logicamente la domanda su cosa succederà, per esempio, al servizio di Urologia, già adesso Sezione.

Considerato anche l’aumento di patologie legate alla senescenza ed all’apparato urinario, questo porterà in futuro ad un pellegrinaggio di pazienti verso altre strutture?

Altri segnali non incoraggianti ci giungono in tale direzione, pare che sia previsto a breve il pensionamento dei primari di Cardiologia e Pediatria, senza la loro contestuale sostituzione, questo prelude forse ad contrazione dei rispettivi Reparti con conseguenze non valutabili ma certo non positive per la cittadinanza utente?

Continuando in questo “cahier de doleance” potremo citare la riorganizzazione dei laboratori che prevede la riduzione di alcune attività, in un quadro che ha già visto il trasferimento della Microbiologia ad Arezzo e che ipotizza la chiusura del centro trasfusionale.

Io pongo la domanda, cosa avviene in un caso di un paziente con forte emorragia?

Impossibile operarlo nel Valdarno perché manca sangue, andiamo a prendere il sangue ad Arezzo, oppure trasferiamo il paziente ad Arezzo, con quali rischi? In caso di estrema urgenza si è tenuto conto che anche l’elisoccorso regionale non è in grado di volare in condizione H24 ed ognitempo?

E’ vero che per bilanciare quanto ho detto sui mezzi di informazione è comparsa più volte la promessa di trasferire alcune attività (anatomia patologica) nel Valdarno e che si è ventilata la proposta di implementare l’attività del centro risveglio, ma a questo punto si evidenzia una contraddizione, da un lato si ridicono attività come l’anestesia, la cardiologia, la chirurgia ed i laboratori, dall’altro si vorrebbe implementare un’attività ad alta specializzazione dove occorre costantemente personale dedicato come consulenti anestesisti, cardiologi, chirurghi e richiede frequenti esami di laboratorio e strumentali.

Questa lunga disamina per porre all’attenzione dei competenti Amministratori provinciali una realtà che va delineandosi in modo non certo brillante per il futuro del monoblocco valdarnese, fortemente voluto, giova ricordarlo dalle Amministrazioni di Sinistra, e che, una volta giunto alla propria maturità viene lentamente smembrato, rischiando di divenire, come dall’opposizione più volte paventato, una scatola vuota.

Il sottoscritto Consigliere interroga pertanto le Signorie in indirizzo al fine di essere messo a conoscenza di eventuali azioni poste in essere dalla Provincia di Arezzo e sulla posizione che la stessa intende assumere su una questione importante e delicata come quella rappresentata.

Leopoldo Pompili