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Il consiglio comunale di ieri

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AREZZO – Dopo il minuto di raccoglimento richiesto dal consigliere Marco Tulli in memoria delle “morti bianche” che hanno funestato le recenti cronache nazionali, il Consiglio Comunale ha affrontato il tema all’ordine del giorno.
Raffaello Giorgetti (Fi) ha evidenziato la mancanza di coerenza della maggioranza che “nella scorsa consiliatura era perfino ricorsa alla Procura della Repubblica in casi analoghi di reiterazione di pratiche già bocciate in precedenti sedute”. La proposta di Giorgetti si è sostanziata in una questione pregiudiziale sul punto all’ordine del giorno “che non dovrebbe neanche essere discusso”.
Il Presidente Giuseppe Caroti ha ribadito che il caso ricade semmai in un’altra fattispecie regolamentare, quella della “votazione infruttuosa” e non in quella di “votazione respinta”. Ha altresì aggiunto, al di la dell’aspetto tecnico, che l’assessore ha presentato una proposta con tre modifiche rispetto alla precedente: “Questo mi è parso motivo politico sufficiente per re-iscrivere la pratica all’ordine del giorno. Ne rispondo personalmente di questa decisione”.
L’assessore Giuseppe Marconi ha illustrato quindi la pratica sottolineando le modifiche accolte ai fini di una sua ripresentazione. L’assessore ha precisato che “si è reso necessario convocare un Consiglio straordinario per la ristrettezza dei tempi prescritti dalla legge. Inoltre, per evitare eventuali problematiche connesse alla legge finanziaria in discussione in Parlamento, la decorrenza dell’affidamento del servizio cimiteriale dovrà essere 31 dicembre 2007 e non il primo gennaio 2008”.
L’approvazione della delibera porterebbe alla costituzione di una società cosiddetta “in house providing” con contestuale affidamento alla stessa della gestione dei servizi cimiteriali oggi di competenza della Fraternita dei Laici. Rispetto al precedente testo, Marconi ha illustrato le novità: “Mantenimento delle indennità del rettore, conferimento di un potere di indirizzo al magistrato perché predisponga un piano per la valorizzazione del patrimonio sia mobiliare che immobiliare da sottoporre poi al Consiglio Comunale. Conferimento di un ulteriore potere di indirizzo allo stesso magistrato perché scelga il segretario tra il personale di Fraternita o del Comune di Arezzo con esperienza e professionalità adeguate”.
Marco Manneschi (Città aperta) ha annunciato la presentazione di un emendamento illustrandolo all’aula: “Sono soddisfatto per il lavoro dell’amministrazione che ha recepito la parte attinente alla necessaria e doverosa riflessione sul destino della Fraternità, consentendo al Consiglio Comunale di svolgere il suo ruolo per salvaguardare questa grande istituzione che la storia ci consegna. Tuttavia, molte parole nell’ultimo anno sono rimaste tali, atti di indirizzo del Consiglio non hanno trovato attività sequenziali da parte della Giunta. Trovo strano che, nel mentre si apre la delibera a tale tipo di preoccupazioni anche del mondo scientifico internazionale, non si faccia attenzione a situazioni che possono diventare irreversibili, come affidare al magistrato il compito di elaborare un programma di ampio respiro nel breve termine di tre mesi. A leggere poi le delibere della Fraternita, si trovano difformità di valutazione tra Magistrato e Segretario sul piano della correttezza sostanziale e delle finalità statutarie dell’ente. Mi sembra infine incoerente legare il rilancio dell’istituzione allo smantellamento del suo personale dirigenziale”.
Manneschi ha poi ricordato come “la manifestazione promossa da Città aperta lunedì scorso era pensata a servizio della città, di quella parte più sensibile alle questioni culturali che va ascoltata e non trascurata”.
Stefano Gasperini (Ds) ha reso merito alla Giunta per avere recepito le istanze emerse nel precedente Consiglio Comunale, “i giorni trascorsi sono stati fruttuosi per approfondire la discussione su un tema fondamentale per la città. La valorizzazione dell’istituzione è negli intenti che abbiamo voluto sottolineare con un emendamento presentato per garantire tutta una serie di requisiti, dall’attenzione al patrimonio al rilievo scientifico, che la Fraternita non perderà”.
Paolo Enrico Ammirati (An) ha accolto l’appello all’intero Consiglio Comunale lanciato da Manneschi, sentendosi coinvolto come opposizione. Ha poi sottolineato due cose: “Le accennate distonie più o meno velate tra rettore e segretario. Cosa si nasconde dietro questa affermazione? Il Sindaco si attivi per rendere noto all’intero Consiglio il significato di tale frase.
Secondo: su un tema importante, Manneschi evidenzia un aspetto decisivo che noi evidenziamo da tempo: la maggioranza procede tra insanabili contrasti. Oggi siamo di fronte all’ennesimo caso di una delibera ‘al chiuso’ sottoposta al Consiglio. Così, sarà l’ultima volta che si parlerà di Fraternita, dopo di che nessuna notizia sugli sviluppi della società, i suoi bilanci e quant’altro”.
Alberto Merelli (An) ha ribadito che “esistono servizi per una collettività fondamentali, al di là della presunta valenza economica assegnata dai testi legislativi. Invece, il Consiglio Comunale oggi abdica da tali servizi, ne lascia in mano la gestione a una società che bypassa ogni coinvolgimento di noi eletti. Che cosa ci stiamo a fare allora in questa assise”?
Alessio Mattesini (Fi) ha detto che le modifiche illustrate da Marconi sono minimali. “La figura che si presuppone andrà a sostituire l’attuale segretario, sarà nominata dal magistrato. Dunque da un organo politico che avrà parola sul direttore per l’intera durata del mandato. Il direttore acquisirà un connotato politico, cambierà colore a seconda dell’amministrazione senza che sia data continuità alla gestione di Fraternita. Se si toglie a essa tutto il personale esclusa la ragioneria non se ne garantisce il futuro nonostante i propositi”.
Ulisse Domini (Margherita) ha ribadito che “il caso della Farmaceutica non è paragonabile al presente, visto che andiamo a creare una società che resterà pubblica. L’emendamento di Manneschi fa riferimento a un decreto legislativo che non è attinente al personale di Fraternita, il quale ricade invece in una normativa specifica. Se si boccia la delibera, nel 2008 il servizio cimiteriale sarebbe messo a gara europea. Rischieremmo che una fantomatica società tedesca gestisca i cimiteri di Arezzo”.
Raffaello Giorgetti (Fi) ha ribadito il suo favore all’emendamento di Manneschi “comunque una toppa su una delibera a brandelli come quella che si vorrebbe fare passare. Noi vorremmo inoltre fare in modo che questa istituzione secolare sia migliorata nei suoi ruoli culturale e sociale e magari restituita agli aristocratici di ora, così come era affidata agli aristocratici del passato. Aristocratici nel senso greco di ‘aristos’, ovvero: i migliori”.
Luciano Ralli (Margherita) ha preso atto che “nelle questioni rilevanti è giusto mostrare la maggiore sensibilità possibile nei confronti della città. Se non si agisce in tale modo, si spiega il proliferare di comitati che intendono dare una scossa alla politica. Va dato atto all’assessore di avere recepito quanto emerso dal dibattito di questi giorni che non sono dunque passati invano”.
Giovanni Pelini (Sdi) ha ricordato come “il passaggio eventuale della figura di direttore dalla Fraternita alla nuova società, fa gravare su quest’ultima un onere di cui in fondo è la stessa collettività che ne assumerà l’importo. Il tutto avviene in un momento prematuro. La nuova società dovrebbe avere una struttura organizzativa nuova e con costi contenuti”.
Per Marco Paolucci (Prc) “le modifiche e l’emendamento Gasperini, firmato anche dal sottoscritto, ci soddisfano. Sarebbe drammatico che per gestire un servizio come i cimiteri si ricorresse a un bando. Per noi il carattere pubblico di tale servizio, e non solo di questo, rimane essenziale”.
L’assessore Alessandro Caporali ha preso la parola per sottolineare alcuni aspetti legati al personale, delega di competenza del suo assessorato. “La delibera segue una corretta impostazione per la valorizzazione delle risorse interne. Una politica che perseguiamo da un anno e mezzo. Alla Fraternita, con 28 dipendenti, abbiamo un dirigente e due direttori di ufficio. Forse sono eccessivi anche se in prospettiva potrebbero rivelarsi utili per l’erogazione di servizi alla persona. La nuova ‘in house’ sarà 78% di proprietà del Comune e 22% della Fraternità: come si fa a dire che l’amministrazione se ne lava le mani”?
Il Sindaco Giuseppe Fanfani ha evidenziato innanzitutto “il suo disappunto verso certe parole emerse durante il dibattito”. Quindi è progressivamente entrato nel merito facendo due considerazioni preliminari: “Primo, il richiamo alle regole etiche: le ho sempre messe al primo piano della mia attività professionale e politica. Secondo: il servizio svolto all’interno della Fraternita è diventato da gratuito a oneroso nel 2005. Le considerazioni fatte da Giorgetti, avrei gradito sentirle in quella occasione”.
Ecco quindi il Sindaco arrivare al tema: “Affrontare un problema del genere il 13 dicembre si è reso necessario perché dobbiamo fare fronte ai rischi che si presenterebbero con l’anno nuovo. Passare infruttuosamente il 31 dicembre sarebbe stato offensivo per il carattere sacrale della ‘cultura dei morti’ consolidato nelle nostre terre fin da prima degli etruschi.
La nuova società è strutturata in modo tale da restare totalmente pubblica, in mano al Comune di Arezzo, in omaggio a questa cultura alla quale accennavo. Il servizio cimiteriale non è d’altronde imprenditoriale ma sociale e universalmente è stato gestito dai comuni.
Apprezzo le preoccupazioni per i destini della Fraternita ma ribadisco che mi sembra impropria l’assemblea di lunedì sera. La sede di discussione è il Consiglio Comunale e rivendico il merito di avere portato in questa sede il tema del futuro della Fraternita come nessuno aveva fatto.
Solleciterò un inventario dei beni della Fraternita, cosa che mai è stata eseguita: questa sì, una circostanza che è uno sfregio all’istituzione e alla città di Arezzo, uno storico disinteresse al quale prestiamo rimedio. Siccome poi la Fraternita si trasformerà in Azienda per i Servizi alla Persona, necessiterà di risorse adeguate per farne il motore delle attività sociali della nostra città, sempre tenendo presente e preservando la sua missione secolare. Sarei conseguente con me stesso se questo Consiglio Comunale non avesse la capacità di approvare la questione nei termini posti dall’assessore Marconi”.
Pier Luigi Rossi (Fi) si è detto “preoccupato non per l’attuale soluzione proposta ma per cosa rimane dopo alla Fraternità, quali saranno i suoi scopi, quale sarà l’identità dell’istituzione. Fraternita trasformata in azienda di servizi alla persona mi fa paventare pericoli di svendita del suo patrimonio. La mia preoccupazione è il destino prossimo di un’istituzione sulla quale avrei preferito altre attenzioni e il perseguimento di un accordo tra le varie parti del Consiglio in vista di una delibera condivisa”
Marco Manneschi ha ritirato il suo emendamento ritenendo quello di Gasperini soddisfacente. Ha tuttavia proposto integrazioni a quest’ultimo sempre nell’ottica “di evitare dilapidazione del patrimonio pubblico e dispersione di un patrimonio di personale esistenti”.
Stefano Gasperini non ha accettato di fare proprio l’emendamento di Manneschi per il suo testo mentre l’assessore Marconi ha accolto le modifiche proposte da Gasperini stesso.
La prima votazione ha interessato il sub-emendamento Manneschi: respinto.
La delibera con l’emendamento Gasperini fatto proprio da Marconi è stata successivamente votata con 23 voti favorevoli e un astenuto.