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I 100 anni della CGIL: spettacolo al Bicchieraia

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I 100 anni della CGIL: spettacolo al Bicchieraia

AREZZO – “Di terra e di sangue”: questo il titolo dello spettacolo che andrà in scena il 16 febbraio alle 21.15 al Teatro Bicchieraia. Testo di Salvatore Arena, Massimo Barilla e Maria Maglietta che ha curato anche la regia. L’attore narrante è Salvatore Arena e le musiche sono di Mirto Baliani.
Lo spettacolo ricostruisce l’assassinio del giovane sindacalista e militante socialista Salvatore Carnevale, ucciso dalla mafia ad appena trent’anni, il 16 maggio del 1955 nel comune di Sciara (Palermo). La pièce, di grande impatto emotivo, racconta la storia di Carnevale e delle sue lotte, ricreando quel mondo contadino di mortificazioni e di solidarietà. Senza dimenticare la vicenda giudiziaria: i suoi assassini furono prima condannati, poi, grazie a ritrattazioni e formalismi giuridici, la sentenza venne ribaltata.
“Con questo spettacolo – afferma l’assessore alla cultura Camillo Brezzi – il Comune e la Camera del Lavoro di Arezzo hanno deciso di ricordare insieme un evento storico e cioè la costituzione, il 1 ottobre 1906, della Confederazione Generale del Lavoro. In quell’anno le Camere del Lavoro e le Federazioni di settore decisero di associarsi per dar vita ad una “Confederazione” di lavoratori di tutti i settori e di scala nazionale”.
Una decisione animata da valori di solidarietà e di coesione, più forti delle tante differenze che pure segnavano, allora come ora, l’universo del lavoro subordinato.
Le organizzazioni “economiche” del movimento operaio – come allora erano definiti il sindacato e le altre organizzazioni mutualistiche e solidaristiche – furono protagoniste della storia difficile e sofferta della formazione dello Stato italiano, non meno degli stessi partiti politici, fino alla tragedia del fascismo; ed anche durante la dittatura, clandestinamente, la Confederazione visse ed operò.
Fu proprio nell’antifascismo militante e nel clima della lotta di liberazione che maturò la scelta dei partiti democratici di rifondare nel 1944 la CGIL unitaria (Patto di Roma); esperienza breve ma necessaria per la rinascita dello stato democratico. La Costituzione della Repubblica lo testimonia nei suoi principi generali e in molti suoi disposti, a partire dall’art. 1.
E anche le rotture successive, sollecitate dal clima della guerra fredda e dalla dura contrapposizione politica, non soffocarono nel sindacalismo confederale italiano la fedeltà ai valori della democrazia, del pluralismo culturale e politico, della solidarietà, la tensione unitaria.
Così la Cgil, e l’intero sindacalismo Confederale, svolse nuovamente una funzione decisiva nel preservare le istituzioni democratiche dalle insidie dello stragismo neo-fascista e del terrorismo.
“Restituire valore al lavoro, riaffermarne la soggettività individuale e collettiva è la costante del nostro impegno, oggi non meno di ieri – dichiara il Segretario della Cgil di Arezzo, Massimo Gambassini. In Italia – valorizzando i principi costituzionali – ed in Europa – per difendere e consolidare il modello sociale partecipativo e solidaristico. Ricordiamo insieme i cento anni della Cgil non solo per ricucire i tanti fili della memoria ma soprattutto per aprire una prospettiva per il domani nella consapevolezza che il lavoro, le persone che lavorano, sono parte fondamentale del patto sociale e democratico. Cento anni di storia della CGIL rappresentano un lungo cammino di emancipazione sociale e di crescita civile, certo non lineare e non privo di contraddizioni, ma sempre ancorato ai principi di libertà e democrazia.