BERLINO – Balene e delfini soffocati nelle reti e uccisi dall’impatto con le navi sono stati posizionati oggi dagli attivisti di Greenpeace nel centro di Berlino come forte richiamo alle minacce contro i cetacei, mentre manca una settimana appena all’incontro della International Whaling Commission (IWC) in Alaska.
Le balene e i delfini sono stati posizionati di fronte alla Porta di Brandenburgo. Morti lungo le coste europee, gli esemplari sono stati poi raccolti dagli attivisti di Greenpeace. Le cause del decesso andavano
dall’asfissia nelle reti da pesca, all’inquinamento al rumore sottomarino. Alcuni degli esemplari mostrano cicatrici procuratesi dallo scontro con i motori delle imbarcazioni o con i coltelli dei pescatori.
Una balena è morta mentre stava partorendo.
“Trecentomila balene e delfini vengono soffocati ogni anno nelle reti ed è impossibile calcolare quanti, oltre a questi, muoiono a causa di inquinamento, urti con le navi, impatto dei sonar o a causa dei cambiamenti climatici” ha detto Stefanie Werner, biologa marina di Greenpeace. “Come è possibile che le nazioni aggiungano a questo scempio anche la caccia alle balene?”
La prossima settimana, i rappresentanti di oltre 70 nazioni si riuniranno ad Anchorage, in Alaska, per determinare il destino delle grandi balene, sotto la crescente pressione a favore della caccia di nazioni come Giappone, Islanda e Norvegia, che mirano a far ripartire lo sfruttamento commerciale. Nei prossimi mesi, nell’Oceano Pacifico, il governo giapponese sta, infatti, pensando di catturare circa 900 balene, accrescere l’approvvigionamento di pinne di balene già in pericolo fino a 50 e aggiungere altre 50 megattere alle quote fissate.
“I Governi che partecipano all’IWC devono prendere un impegno serio per la difesa delle balene, non dell’industria baleniera” aggiunge la Werner. “Lo stimolo a riprendere la caccia commerciale è uno degli
esempi più estremi dell’incapacità dei Governi di proteggere i nostri oceani nella loro interezza. E’ necessario mandare un chiaro segnale che intendiamo prendere seriamente la protezione degli oceani e i Governi
possono iniziare a farlo proprio all’IWC, difendendo la moratoria sulla caccia commerciale delle balene e prendendo un impegno concreto per modernizzare la stessa commissione” conclude la biologa di Greenpeace.
Balene e delfini sono animali essenziali per la salute dell’oceano, ma la crescente pressione di una caccia eccessiva, dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento stanno minacciando tutti gli oceani del pianeta e la stessa vita marina. Per colmo d’ironia, domani si celebra la Giornata Mondiale della Biodiversità. Gli scienziati di tutto il mondo hanno evidenziato un forte collegamento tra la resilienza degli ecosistemi marini e la loro ricchezza di specie. Le balene sono una componente essenziale di questa biodiversità così disperatamente ricercata. Inoltre, molte specie non si sono ancora riprese dalla devastazione della caccia commerciale delle balene, ed il livello delle popolazioni di alcune di queste, tra cui le balenottere minori in
Antartide, è ancora oggi sconosciuto, dimostrando ancora una volta come non ci sia spazio per la caccia alle balene nel 21° secolo. Sono necessarie delle serie misure per proteggere questi animali, la più importante delle quali è la creazione di ampie riserve marine dove non venga autorizzato alcun tipo di caccia.