
AREZZO – Oltre duecento persone coinvolte e decine di mezzi mobilitati per l’esercitazione di protezione civile denominata "Arif 1" che si è svolta giovedì 8 febbraio a partire dalle 22 nella stazione ferroviaria di Arezzo. Gli esiti dell’operazione, la cui organizzazione non era stata resa nota pubblicamente proprio per testare i tempi di reazioni di tutti i soggetti coinvolti, sono stati illustrati in una conferenza stampa che si è svolta in Prefettura. "L’esercitazione – ha affermato il Prefetto Francesca Adelaide Garufi – è stata di grandissima utilità, pur con i limiti dovuti al fatto che l’aspetto psicologico è ovviamente diverso rispetto alle emergenze reali.
Ognuno dei soggetti coinvolti ha potuto verificare le proprie potenzialità ed anche i propri limiti e potrà adesso fare tesoro di questa esperienza. In queste situazioni il rischio da evitare è quello di uno scarso coordinamento, mentre il concetto di protezione civile si basa proprio sull’apporto armonico di tanti soggetti". L’Assessore provinciale alla protezione civile Angelo Maria Cardone ha ripreso questo concetto: "il nostro piano provinciale di protezione civile ha basato il suo percorso proprio sul coinvolgimento di tutti, a partire dal volontariato. L’esercitazione della stazione ferroviaria, che fa seguito a quella che si è svolta in Valdichiana denominata ‘Chimera 1’, è uno dei test delle procedure del piano, che in questo caso ci ha consentito di interfacciarci con le ferrovie e con la polizia ferroviaria".
Nel dettaglio l’esercitazione ha visto la simulazione di un incidente ferroviario che avrebbe causato 2 morti e 25 feriti, con abbattimento di un palo dell’alta tensione. "Il primo intervento necessario – spiega l’ingegner Riccardo Buffoni, responsabile della protezione civile della Provincia – è stato quello di disattivare la linea di alta tensione, operazione che per la quale sono stati necessari 17 minuti. Immediatamente dopo sono entrati in azione i vigili del fuoco per liberare i feriti dai vagoni ferroviari e le prime ambulanze per i soccorsi. Nel corso dell’evento è stato anche allestito un posto medico avanzato, in questo caso a fini di esercitazione in quanto la vicinanza dell’evento all’ospedale di Arezzo non lo avrebbe richiesto. Il tempo necessario per intervenire sulle persone coinvolte è stato di un’ora e mezzo mentre l’ultimo accesso al pronto soccorso lo si è avuto alle 23 e 55.
Sono stati attivati anche gli interventi per due treni che sarebbero rimasti bloccati nelle stazioni di Rigutino e Indicatore a causa del blocco del traffico ferroviario, con l’assistenza ai viaggiatori e l’allestimento di trasporti sostitutivi. E’ stato infine attivato un numero verde per dare notizie ai parenti delle persone coinvolte. Gran parte di questi interventi sono stati attivati attraverso le reperibilità e le procedure previste, senza che gli interessati fossero stati avvisati dell’esercitazione". Soddisfazione è stata espressa dai rappresentanti della Rete Ferroviaria Italiana e di Trenitalia Milos Smeraldi e Giovanni Sciarrone, che hanno sottolineato come, nonostante l’alto numero di persone coinvolte, oltre 200, non ci siano stati disagi per i treni in transito né per quelli che si sono regolarmente fermati in stazione.
L’importanza di queste esercitazioni è stata sottolineata dal responsabile della centrale operativa 118 della Asl Massimo Mandò: "si attivano sinergie sanitarie e tecniche e sono per noi occasione anche di formazione", ha affermato, mentre il Comandante dei Vigili del Fuoco Natalia Restuccia ha messo in evidenza l’ottimo rapporto con Rfi e Trenitalia ed anche con le forze dell’ordine e il personale sanitario, ed il presidente della consulta provinciale del volontariato di protezione civile Gabriele Romanini ha ricordato il lavoro dei volontari sia per il trasporto di materiale che per il montaggio delle strutture sanitarie. "Lavoreremo ancora per studiare gli esiti dell’esercitazione, facendo tesoro anche delle criticità e delle zone d’ombra per poterle eliminare o, quanto meno, limitare", hanno concluso il Prefetto Francesca Adelaide Garufi e l’Assessore provinciale alla protezione civile Angelo Maria Cardone.