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‘Autoritratto con problemi’ in scena a Bucine

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‘Autoritratto con problemi’ in scena a Bucine

AREZZO (Bucine) – Continua la stagione teatrale al Comunale di Bucine che presenta, giovedì 13 dicembre alle ore 21.15, Nicola Rignanese in "Autoritratto con problemi", scritto, oltre che dallo stesso Rignanese (dalla scorsa settimana e per i prossimi sabato, ospite fisso della trasmissione di Rai 3 "Che Tempo che fa", insieme ad Antonio Albanese), da Antonio Albanese, Michele Serra e Piero Guerrera.

Si comincia da molto lontano, gli anni '60, e si parte da una terra che pare lontana, un posto indefinibile, una città che non è proprio una città, una terra piatta, una piana polverosa e assolata. Si passa poi per le periferie, luoghi indefiniti e spesso neanche finiti, visti ovunque, al sud, al centro, al nord e persino nelle isole, luoghi dove tutto è uguale a tutto, non c'è fine, non c'è tregua. La trama, il tessuto, il vissuto, anni e anni di episodi, ricordi, calde sere estive, il pallone, le sigarette, le punizioni per l'inevitabile disastro combinato forse involontariamente e le ragazze… gli amori che rincorri e ti restano negli occhi, quelle ragazze che a ripensarci un attimo ti torna su un sorriso incantato, poi ti riprendi e riassumi l'espressione balorda di sempre, così per darti un tono attuale. Le canzoni, il Festival, o il Cantagiro, quell'immagine curiosa che l'Italia ci rimanda, come l'irrequieta malinconia di Tenco, quei versi quasi parlati. Tutto ritorna a galla, tutto serve a formarci e renderci quello che siamo, sono cose che ci raccontano meglio di una scheda dell'anagrafe, di un certificato medico, di una radiografia. Cose che ci portano anche a scegliere un mestiere, chissà perché, forse per andare via e per tornare, domani, diversi da come eravamo…
Tra i fili di questa trama affiorano colori accesi, sfumature impreviste, anomalie del codice genetico; e chi si racconta deve raccontare altre storie, quella di Manuel, incline ad un'introspezione inaspettata e dai risultati sconcertanti, o quella di Ülk Cazzaniga, il prodotto di uno strano nord che, se lo guardi bene e lo ascolti con attenzione, non sai se andar via ridendo o mettergli le mani addosso urlando.