AREZZO – “Nello scenario del commercio internazionale stiamo assistendo ad un drastico ridimensionamento delle esportazioni del made in Italy, dimezzato negli ultimi anni – commenta Moreno Carloni, Presidente della Federazione Orafo–Argentiera di CNA. Preoccupano ancora di più i dati dell’Osservatorio Regionale dell’Artigianato sul distretto aretino dove il calo del fatturato nel 2006 è stato pari all’11% mentre il resto del manifatturiero si è limitato ad un calo del 2,6%”.
L’oreficeria italiana e, più in particolare il distretto di Arezzo, stanno vivendo un momento di transizione. “Il settore orafo sta pagando un insieme di fattori negativi – prosegue Carloni – che si sono accumulati negli anni e che hanno spinto gli imprenditori verso politiche gestionali sempre più onerose”. La domanda è calata a seguito del dramma dell’11 settembre, dell’impennata del costo della materia prima e dopo l’ingresso dei nuovi competitori internazionali.
“Il pericolo maggiore per le aziende del nostro distretto orafo – commenta il dirigente CNA – risiede proprio nella concorrenza dei paesi emergenti e nella sempre maggiore forza dei grandi gruppi internazionali, che stanno soppiantando i grossisti tradizionali conosciuti dai produttori aretini e che comprano il prodotto più a buon mercato. Nuove preoccupazioni arrivano inoltre dai rapporti con il settore bancario dove gli imprenditori riferiscono di avere sempre maggiori difficoltà ad accedere al credito”.
In questo quadro è difficile pensare che la fiera orafa di Arezzo possa fare miracoli ed è ipotizzabile che solo chi ha investito saggiamente in nuove creazioni, idee e modellistica possa raccogliere più di quanto abbia seminato.
Secondo CNA il sistema fieristico gioca un ruolo importante nel sostegno dell’innovazione tecnologica, dell’aggiornamento professionale e dell’internazionalizzazione dell’economia. Una larga fetta della promozione delle piccole e medie imprese orafe, spina dorsale dell’economia aretina, transita infatti, direttamente o indirettamente, attraverso OroArezzo, che è chiamata a fornire sempre più valore aggiunto alle imprese: con oltre 600 espositori previsti per questa edizione la Fiera ha tutti i presupposti per portare nel mondo i suoi grandi marchi, come ambasciatori del made in Italy di qualità e confermarsi come supporto per le imprese nella loro strategia di internazionalizzazione e di conquista dei mercati, sia consolidati che emergenti. Non dimentichiamo infatti che l’organizzazione della fiera ha investito molto nello sviluppo dei rapporti con i compratori ed è previsto l’arrivo di oltre 6500 operatori provenienti da 72 paesi dalla Russia all’America Latina.