TOSCANA – “Con l’assessore regionale alla difesa del suolo e servizio idrico, Marco Betti, e quello della Provincia di Arezzo, Angelo Maria Cardone, ho visitato stamani l’interno della diga di Levane – ha detto Fabio Roggiolani, consigliere dei VERDI per l’Unione – rilevando che questa è ormai occupata da fanghi per due terzi della sua capacità.
Abbiamo inoltre anche visto la diga di La Penna e ci siamo recati a Ponte Buriano dove vi è stata una campagna di carotaggio dell’Arpat aretina che ha potuto stabilire con precisione che i “fanghi” depositati non sono materiali inquinati. Anzi è stato stabilito che le sabbie possono essere riutilizzate in edilizia ed i limi addirittura per il restauro: sono quindi una risorsa che può e deve essere impiegata.
Si tratta in tutto di sei milioni di metri cubi di materiali preziosi – ha spiegato Roggiolani – e sfangare le dighe rappresenta un’azione strategica per la Toscana.
Questa proposta trova anche l’alleanza e un interesse del mondo dei cavatori partecipe del loro riutilizzo (mentre può essere utile anche per frenare alcuni progetti di escavo nell’area naturale della Bandella su cui i Verdi sono contrari), ed insieme al ruolo dell’Enel e dei gestori delle dighe si può giungere alla risoluzione del problema.
Ricordo – ha concluso Roggiolani – che con lo sfangamento delle dighe si ottengono tre risultati:
a) ridare una piena capacità di laminazione alle dighe per un loro intero utilizzo idroelettrico; b) una nuova capacità di trasporto solido del fiume Arno con il risultato di portare materiale alle coste e dare un contributo così contro l’erosione costiera; c) ridare una grande capacità di depurazione al fiume che i materiali fangosi riducono di molto.”