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Energia: premiare chi inquina meno

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Energia: premiare chi inquina meno

ROMA – Siamo ad inizio novembre e il Piano Nazionale di assegnazione non è ancora
ultimato e pronto per l’invio alla Commissione Europea, nonostante il
richiamo della Commissione europea del 13 ottobre e l’apertura di una
procedura d’infrazione per il nostro Paese, e sia stata data notizia di un
accordo tra i due ministeri relativamente al numero complessivo di quote da
assegnare. A fronte di questa constatazione le associazioni ambientaliste
ritengo utile tornare a ribadire l’urgenza di ultimare il piano al più
presto per ottemperare ai doveri comunitari, rispondere all’esigenza dei
settori sottoposti a direttiva di conoscere il numero delle quote loro
assegnate e permettere al nostro Paese di svolgere un ruolo attivo per fare
sì che anche i Piani degli altri Stati membri assegnino volumi di quote
effettivamente in linea con gli obbiettivi di Kyoto.

Le associazioni ambientaliste chiedono che le quote vengano assegnate
premiando gli operatori che si orientano verso tecnologie maggiormente
efficaci nella riduzione dei gas serra; il Piano di assegnazione deve essere
ultimato nel segno della trasparenza e al minor costo possibile per il Paese
evitando allocazioni di favore per specifiche imprese o singoli impianti,
sia nell’allocazione alle installazioni esistenti sia nella gestione della
riserva che nelle regole di chiusura d’impianto e di assegnazione delle 6Mt
tramite asta. I principi della direttiva europea Emission Trading per il
Piano Nazionale di Assegnazione sono stati oggi ribaditi in una lettera
inviata da WWF, Legambiente e Greenpeace al Ministro per lo Sviluppo
Economico, Pierluigi Bersani, e al Ministro dell’Ambiente e Tutela del
Territorio e del Mare, Alfonso Pecoraro Scanio.

Il WWF, Legambiente e Greenpeace propongono che le quote vengano assegnate
in base al principio di favorire la concorrenza nei settori regolati, in
particolare nel settore elettrico, premiando gli operatori che orientano le
proprie attività ed investimenti nelle tecnologie maggiormente efficaci
nella riduzione dei gas serra. Il principio che meglio persegue la garanzia
di concorrenza e l’efficacia ambientale è l’adozione di un benchmark unico
per prodotto non differenziato per tecnologia e per combustibile. Tale
principio è ineludibile nella gestione della riserva. Impianti nuovi che
optino per tecnologie e combustibili inefficienti nel rispetto degli impegni
di Kyoto non devono beneficiare di un’assegnazione gratuita per tutta la
quota di produzione. La partecipazione all’assegnazione tramite asta di 6Mt
di quote di emissione deve essere allargata al maggior numero possibile di
operatori per evitare condizionamenti ed accordi preventivi sugli esiti dell
’asta. A tale proposito è indispensabile che l’accesso all’asta sia
garantito sia agli impianti esistenti che ai nuovi entranti. Le quote devono
essere assegnate in maniera trasparente e nell’ottica di favorire la
diminuzione delle emissioni climalteranti dei settori interessati al minor
costo possibile per il Paese.

Le associazioni ambientaliste, infine, si esprimono contro una
sotto-allocazione agli impianti che beneficiano delle convenzioni in CIP6,
in grado di trasferire nella tariffa elettrica, attraverso la componente
A3, qualsiasi costo addizionale successivamente introdotto.Tale operazione,
che avrebbe il fine di ricavare quote da distribuire agli altri impianti
termoelettrici determinerebbe un trasferimento diretto dei costi della
direttiva sui consumatori finali con un aggravio diretto nella bolletta
elettrica senza alcun beneficio in termini ambientali per il Paese. Il CIP6
non deve ancora una volta essere usato come camera di compensazione delle
incapacità nazionali in politica energetica a danno dei consumatori e dell’
ambiente.