L’immunità naturale sviluppata dai guariti da Covid-19 è migliore e più duratura rispetto all’immunità indotta dal vaccino?

di Stefano Pezzola
Oggi cattura la mia attenzione uno studio pubblicato su MedRxiv dal titolo “Rischio e gravità delle reinfezioni da SARS-CoV-2 nel periodo 2020-2022 in Vojvodina, Serbia: uno studio a livello di popolazione”.

Per il lettore polemista – c’è sempre colui che pur non leggendo un bel nulla di quello che pubblichiamo giornalmente deve sempre puntualizzare l’ovvio – ritorniamo a definire che cosa sia uno studio in preprint, argomento trattato dalla redazione di Arezzoweb informa piu’ di una vota dall’agosto 2021 ad oggi.
Tant’è proviamo a ribadirlo.
Prima della pubblicazione formale in una rivista accademica, gli articoli scientifici e medici sono tradizionalmente certificati da “peer review”.
In questo processo, gli editori della rivista prendono consigli da vari esperti, chiamati “referee”, che hanno valutato il documento e possono identificare punti deboli nelle sue ipotesi, metodi e conclusioni.
In genere una rivista pubblicherà un articolo solo una volta che gli editori avranno verificato che gli autori hanno risposto ai quesiti dei referee e che i dati presentati supportano le conclusioni tratte nel documento.
Torniamo adesso al nostro studio che al seguente link è possibile scaricare compiutamente:

https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2022.04.08.22273571v1

I dati sul tasso e la gravità delle reinfezioni con SARS-CoV-2 in contesti reali sono scarsi e gli effetti della vaccinazione di richiamo sul rischio di reinfezione sono sconosciuti.
In questo studio di coorte retrospettivo, tutti i residenti refertati dal laboratorio SARS-CoV-2 della Vojvodina e registrati nel database dell’Istituto di sanità pubblica della Vojvodina, tra il 6 marzo 2020 e il 31 ottobre 2021, sono stati seguiti per l’eventuale reinfezione >90 giorni dopo l’infezione primaria.

Il rischio di reinfezione è stato visualizzato con i grafici di Kaplan-Meier.
Fino al 31 gennaio 2022, sono state registrate 13.792 reinfezioni tra 251.104 infezioni primarie da COVID-19 (5,49%).
La maggior parte delle reinfezioni (86,8%) sono state registrate nel gennaio 2022.
Le reinfezioni sono state per lo più lievi (99,2%).
I ricoveri sono stati rari (1,08% vs 3,70% nell’infezione primaria) e i decessi COVID-19 sono stati molto rari (n = 20, tasso di mortalità dei casi 0,15%).
Il tasso di incidenza complessivo di reinfezioni da SARS-CoV-2 è stato di 5,99 (IC 95% 5,89-6,09) per 1.000 persone-mesi per coloro che sono sopravvissuti ai primi tre mesi dopo l’infezione primaria.
Il rischio di reinfezione è stato stimato allo 0,76% a sei mesi, all’1,36% a nove mesi, al 4,96% a 12 mesi, al 16,7% a 15 mesi e al 18,9% a 18 mesi.

La conclusione è che le reinfezioni di SARS-CoV-2 erano eccezionalmente rare fino alla fine del 2021, ma sono diventate comuni con l’avvento della variante Omicron.
Pochissime reinfezioni sono risultate gravi.
Una dose di richiamo alla vaccinazione ha ridotto in modo modesto il rischio di reinfezione.
Il rischio di reinfezione è stato stimato del 0,76% a 6 mesi, 1,36% a 9 mesi, 4,96% a 12 mesi, 16,7% a 15 mesi e 18,9% a 18 mesi.
Un studio in preprint che altresì conferma altri innumerevoli studi che ribadiscono quanto già da molti mesi sottolineato dalla letteratura internazionale con crescenti evidenze ovvero che l’immunità naturale sviluppata dai guariti da Covid-19 è migliore e più duratura rispetto all’immunità indotta dal vaccino.

Tanto solida da aver protetto dagli effetti gravi dell’infezione da variante Omicron ancora meglio di quanto abbiano fatto i vaccini.
Su queste basi, allora, forse è arrivato il momento di correggere alcune storture che producono danni a pazienti e medici.
Lo afferma anche il dr. Nino Mazzone, a capo del Dipartimento di Area medica, Cronicità e Continuità assistenziale dell’Asst Ovest Milanese, che ha dichiarato all’Adnkronos (vedi link sotto) che “l’esperienza fatta assistendo nel dipartimento che dirigo su oltre 7mila malati Covid, e l’aver pubblicato oltre 20 lavori su riviste peer reviewed, mi fa sostenere che una buona medicina dovrebbe correggere gli errori e prendere una posizione nuova sui molti milioni di italiani che, forti dello scudo immunitario guadagnato superando l’infezione da Sars-CoV-2, meritano un trattamento differenziato rispetto agli altri sulle indicazioni vaccinali”.

https://www.adnkronos.com/covid-medico-guarito-dopo-il-virus-limmunita-e-solida-basta-editti-e-soprusi_373sV8O9ngNBXGgd9k3H9y

© Riproduzione riservata

Condividi articolo:

I più letti

ARTICOLI CORRELATI
RELATED